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Tutto intorno a Gavin James è cambiato, lui no

Gavin James ha capito di avercela fatta appena ha messo piede sul palco della 3 Arena. Su quello stage ci sono passati un po’ tutti i big della musica, dagli U2 agli Stones, ma anche il coetaneo e amico Ed Sheeran: «Lui è veramente un fenomeno e non lo ringrazierò mai abbastanza per avermi fatto salire sul palco dei due concerti al Croke Park». Ma quando si parla di influenze artistiche Gavin non ha molti dubbi, il suo punto di riferimento è stato (e sarà) sempre Bruce Springsteen: «Gli invidio moltissimo il modo di stare sul palco».

«Quando ho iniziato a comporre ero abbastanza titubante, i miei non mi hanno mai ostacolato ma neanche spronato a continuare; mi hanno sempre lasciato libero di scegliere», mi spiega durante il viaggio che da Copenhagen lo sta portando a Francoforte sul Meno, in Germania. Subito dopo l’attesissimo concerto all‘O2 Shepherds Bush Empire di Londra, Gavin volerà a Milano per il suo primo live italiano.

Non è agitato, d’altronde ha ormai alle spalle anni di gavetta e di show in giro per il mondo. Tutto è iniziato nei pub di Temple Bar, dove ha suonato ogni sera fino al 2012: «In realtà almeno una volta a settimana ci torno. Mi domandi se sono cambiato? Non credo, anche perché mia madre mi ucciderebbe (ride). Sicuramente sono cambiate le circostanze intorno a me».

Due anni fa Gavin ha pubblicato Bitter Pill, un disco che si è rivelato un successo discografico entrando in classifica in ben otto Paesi europei. Nell’album anche 22, un brano autobiografico che affronta uno dei problemi sociali che tutt’oggi destabilizza il Nord Europa: «Quella canzone parla del mio periodo adolescenziale, di quando andavo a scuola a Dublino e venivo spesso bullizzato. In 22 racconto quella situazione solo dal punto di vista di un adulto. In Irlanda il bullismo è un grave problema sociale, anche se sto notando che la questione sta migliorando».

Ora ha in cantiere un nuovo disco che «sarà più allegro e felice» rispetto a Bitter Pill ma che includerà comunque una ballad lenta e super drammatica. Il nuovo lavoro l’ha registrato a Natale scorso e uscirà entro la fine dell’anno. Per il momento però tutte le energie le conserva per il tour. Dopo aver suonato alla 3 Arena di fronte a sedicimila spettatori, in un’AFAS Arena completamente sold out e al Coachella per ben due weekend consecutivi, gli spetta una serie di importanti impegni live che comprendono anche uno show al Trinity College Park: «Il mio è stato un successo graduale. Non sono salito su un rocketship che mi ha portato dritto alla 3 Arena. Per molti il successo è difficile da gestire mentre per me no; è un po’ come quando mangi piccante tutti i giorni, alla fine ti abitui».