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Tutti i film di Guillermo del Toro dal peggiore al migliore

Guillermo del toro

La storia dell’uomo è sempre stata caratterizzata dalla narrazione popolare e fiabesca degli eventi. Ogni tradizione popolare al mondo ha le sue fiabe, storie con elementi fantastici e personaggi irreali, che però raccontano perfettamente la moralità di un certo folklore. Lo ha fatto Hans Christian Andersen, così come i Fratelli Grimm, Lewis Carroll o il nostro Carlo Collodi attraverso storie che ancora oggi vengono lette ai bambini prima di andare a dormire. Ma le fiabe non si leggono soltanto, possono anche essere viste e ammirate al cinema. Se c’è un regista che più di tutti è riuscito a trasportare il genere fiabesco e fantasy sul grande schermo, questo è Guillermo del Toro, classe 1964 e proveniente dal Messico, un Paese ricco di leggende che oscillano tra il terrificante e l’orrorifico. Del Toro nel corso di una carriera quasi trentennale è stato in grado di creare delle ambientazioni, dei personaggi e delle maschere mostruose che sono ormai riconoscibili nell’immaginario culturale mondiale. I suoi film navigano tra vari generi, dall’horror al fantasy, passando anche per i cinecomics, senza però perdere mai quell’aura di magia e mistero che solamente il regista messicano sa trasmettere.

12. Mimic

All’ultimo posto di questa classifica troviamo il film dove Guillermo del Toro ha avuto meno libertà, ovvero Mimic. Questo horror fantascientifico racconta di due scienziati che, per debellare un virus che sta uccidendo i bambini di New York, creano un antidoto che però produce delle mutazioni nel DNA degli scarafaggi, che diventano umanoidi e assassini. Il problema di questo film sta nella produzione. Del Toro, infatti, dopo l’ottimo esordio di Cronos, viene chiamato dalla Miramax dei Weinstein a dirigere il suo primo lungometraggio negli Stati Uniti, un’esperienza che lui stesso ricorda come terribile. Menzione d’onore per il trucco dello scarafaggio umanoide, interpretato da Doug Jones, attore e mimo che vestirà i mostri di del Toro per tutta la sua filmografia.

11. Crimson Peak

Nel 2015 Guillermo del Toro è ormai uno dei registi più affermati di tutto il panorama hollywoodiano e lo dimostrano i budget altissimi e i cast corali dei suoi film. Tra le tante grandi produzioni degli ultimi anni, quella che convince meno è il fantasy horror Crimson Peak, con protagonisti Mia Wasikowska, Jessica Chastain e Tom Hiddleston. La storia racconta di Edith, una giovane ragazza in grado di vedere i fantasmi, che entra in contatto con i fratelli Lucille e Thomas Sharpe. Dopo essersi sposata con quest’ultimo, si trasferirà in una lugubre residenza dove oscuri segreti emergeranno. Le ambientazioni gotiche sono splendide, così come il design dei fantasmi, ma alla lunga Crimson Peak annoia e sembra perdere il focus sulle tematiche fantasy, trasformandosi in un banale thriller in costume.

10. Pacific Rim

Probabilmente il film più divisivo di tutta la carriera di del Toro. Sì, stiamo parlando di quel Pacific Rim, con i robot giganti che si prendono a scazzottate con dei mostri, anche loro giganteschi. Anche a detta del regista è il film narrativamente più debole della sua carriera, con una storia linearissima e zero caratterizzazione dei personaggi. Ma se cercate un film di fantascienza sui robot che si metta in tasca mezza filmografia di Michael Bay, Pacific Rim è il massimo che possiate trovare. Il design dei robot, gli Jaeger, e quello dei mostri Kaijū è incredibile, l’azione non si ferma mai e i riferimenti ad opere giapponesi come Neon Genesis Evangelion o Godzilla sono palesi. Il top dell’intrattenimento degli ultimi dieci anni.

9. Cronos

Cronos è il primo lungometraggio di Guillermo del Toro, datato 1993. Prodotto in Messico a soli ventinove anni, Cronos è una piccola perla da riscoprire. La trama verte intorno ad un antiquario, interpretato da Federico Luppi, che trova un antico marchingegno in grado di donare la vita eterna. Cronos, come spesso accade per le opere prime, è sicuramente un film imperfetto, ma è in grado di fornire subito gli elementi migliori della poetica di del Toro: la passione per gli insetti e gli orologi, un make-up unico e riconoscibile e, soprattutto, il suo stile fiabesco con un finale oscuro. Inoltre, troviamo la prima collaborazione con Ron Perlman, che diventerà il suo attore feticcio.

8. Blade II

Dopo la brutta esperienza avuta con la Miramax, del Toro era tornato a fare film in patria. Il suo secondo avvicendamento con Hollywood avviene grazie alla Marvel, che lo ingaggia per dirigere Blade II, il secondo capitolo della trilogia sul supereroe vampiro. Del Toro si cimenta per la prima volta con un genere, quello del cinecomic, che gli porterà tanta fortuna in futuro. Blade II è a mani basse uno dei migliori film tratti da un fumetto di sempre, grazie ad un’azione costante, un’ottima caratterizzazione dei personaggi e un universo incentrato prettamente sulla violenza e la malvagità dei vampiri. Il film incassò più di centocinquanta milioni di dollari, e rese del Toro una star.

7. La fiera delle illusioni

La penultima fatica in ordine temporale di Guillermo del Toro è La fiera delle illusioni, originariamente Nightmare Alley. Il film è il remake della pellicola omonima del 1947 di Edmond Goulding, con Tyrone Power come protagonista. La fiera delle illusioni è un progetto ambizioso al quale del Toro teneva tantissimo e, ad oggi, rappresenta la sua unica fuga dagli elementi fantastici che più lo rappresentano, trattandosi di un noir. Un super cast, composto tra i tanti da Bradley Cooper, Cate Blanchett e Toni Collette, accompagna una storia avvincente e visivamente sublime. Forse la seconda parte del film tende ad essere difficile da digerire, complici anche le tre ore di durata, ma in generale stiamo parlando di uno dei film più belli del 2021.

6. Pinocchio di Guillermo del Toro

L’ultimo film di del Toro è una stupefacente versione del classico di Carlo Collodi in versione animata con la tecnica della stop-motion. A differenza di molti suoi predecessori, del Toro decide di raccontare una storia dark, intrisa di tematiche morali come il senso della vita, la religione e il rapporto familiare, calandola nel contesto dell’Italia fascista, chiudendo creando così un terzo capitolo alla sua Trilogia bellica. Un livello tecnico incredibile, un cast di doppiatori composto da mostri sacri come Ewan McGregor, Tilda Swinton e Christoph Waltz e una costante sensazione di arte allo stato puro, rendono questo titolo la versione definitiva di Pinocchio.

5. Hellboy

Dopo aver sorpreso il mondo con Blade II, fu chiaro a tutti che con le mani di del Toro, anche i tanto bistrattati film tratti dai fumetti potevano diventare degli ottimi prodotti. E infatti, solo due anni dopo, il regista messicano mette le mani su un personaggio di proveniente da un fumetto underground poco conosciuto: Hellboy. Il risultato è incredibile e anche qui parliamo sicuramente di uno dei migliori cinecomics di sempre. Ron Pearlman nei panni del protagonista è clamoroso, così come tutte le maschere che crea del Toro, come Abe Sapien. Rendere un personaggio demoniaco così tanto umano e divertente è un miracolo made in del Toro, e ancora oggi il finale è di una potenza incredibile.

4. La forma dell’acqua

Forse pensavate che il film più premiato di Guillermo del Toro fosse anche il migliore della sua carriera, ma non è così. Si scrive La forma dell’acqua, del 2017, ma si legge Leone d’oro a Venezia e quattro Premi Oscar: miglior film, miglior regia, miglior scenografia e miglior colonna sonora. La pellicola verte tutta sull’incredulità del rapporto sentimentale tra Elisa, ragazza affetta da mutismo e interpretata dalla bravissima Sally Hawkins, e una strana creatura anfibia dall’aspetto e dal carattere umano, ma dai poteri semidivini. La raffinatezza e la poesia in questo film raggiungono dei livelli altissimi per del Toro, il tutto cucito ad hoc in un clima di costante sospensione della realtà. Un film adorato dalla critica, meno dal pubblico generalista.

3. Hellboy: The Golden Army

Nel cinema si sente spesso dire che i sequel non sono mai all’altezza del primo film. Questo luogo comune può facilmente essere sbugiardato da Hellboy: The Golden Army, secondo capitolo della saga dell’eroe demone Hellboy. Probabilmente un capolavoro di genere, poiché tutto in questo film funziona: regia magistrale, scrittura della storia perfetta e una libertà artistica ancora maggiore da parte di del Toro. Infatti, la superiorità di questo film rispetto al suo predecessore sta proprio nel mostrare al pubblico un worldbuilding maggiore, con l’introduzione di una miriade di personaggi stupendi dal design onirico, come avviene nella scena del mercato dei goblin o quella dell’incontro con l’Angelo della Morte. Incrociamo le dita nella speranza di vedere un giorno un terzo capitolo di Hellboy.

2. La spina del diavolo

Come abbiamo detto precedentemente, Guillermo del Toro dopo la delusione americana di Mimic, tornò a fare cinema in patria. Ebbe così l’idea di creare una dilogia di film fantasy collegati tra loro dallo scenario della guerra civile spagnola e il regime Franchista. Il primo capitolo è La spina del diavolo, prodotto addirittura da Pedro Almodóvar. Nel 1939, un ragazzino viene affidato ad un orfanotrofio dove incontrerà il fantasma di un altro bambino, misteriosamente scomparso. La potenza di questo film sta nel raccontare le atrocità di quel periodo storico sotto forma di fiaba fantastica e horror allo stesso tempo; una caratteristica che ha reso grande del Toro nel tempo. Inoltre, fatichiamo a ricordare personaggi così cattivi come quello di Jacinto.

1. Il labirinto del fauno

Dopo i successi di Blade II e Hellboy, la strada americana di Guillermo del Toro era ormai spianata. Ma egli, da grande artista qual è, decide di tornare tra il Messico e la Spagna per concludere la sua dilogia e girare il suo capolavoro assoluto. Il labirinto del fauno è uno di quei film che vanno inseriti in tutti i libri di storia del cinema, riconosciuto universalmente come uno dei fantasy più riusciti di sempre. Il contrasto tra le atrocità della guerra e la magia che avevamo già trovato ne La spina del diavolo viene accentuato e migliorato, le maschere del Fauno e dell’Uomo Pallido sono tre le più iconiche e riconoscibili e la magia esce dallo schermo finendo direttamente nel nostro cuore. Un classico moderno che non può non essere recuperato.

Vincenzo Cozzolino
Autore

Classe 1995, studente e appassionato di comunicazione digitale e giornalismo. Ho la musica nel sangue e una ossessione per le serie tv.