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“Decrescendo” è la vita di Rkomi senza filtri bellezza

“Decrescendo” è un diario segreto che racconta la vita di Rkomi, senza filtri o ritocchi, lontano da quell’idea di “disco perfetto” che vende, ma non riesce davvero a toccare nessuno


Il penultimo posto di Rkomi, con Il ritmo delle cose, a Sanremo 2025 non dice nulla di lui, ma molto di noi. Lo abbiamo guardato pubblicare album e fare collaborazioni con gli occhi sempre rivolti al passato, fissi su Dasein Sollen e sul rap. Abbiamo preteso che rimanesse sempre uguale e fedele a sé stesso, senza renderci conto che mentre crescevamo noi cambiava anche lui. Oggi Mirko ha trentun’anni, ha pubblicato il suo nuovo album, Decrescendo, e ci ha dimostrato che forse la colpa è nostra e che no, di lui abbiamo capito (o voluto capire) davvero poco. Da Dove gli occhi non arrivano a Taxi Driver abbiamo cominciato a storcere il naso, a chiederci perché avesse smesso di fare rap e dove fosse finito il ragazzo-artista di Calvairate che avevamo conosciuto. Ogni collaborazione una fitta, una brutta pugnalata. Noi a cercare Rkomi disperatamente, a chiederci dov’è, quando lui era lì, semplicemente noi non eravamo in grado di vederlo. Non volevamo accettare che fosse cambiato, cresciuto, un po’ come noi. Chi non è cambiato col passare del tempo? Chi non ha abbandonato una parte di sé per diventare una persona non nuova, ma più matura e consapevole. Ci voleva Decrescendo, il suo nuovo album, per farci aprire gli occhi. Per farci capire che Rkomi è semplicemente cresciuto.

Sa ancora scrivere, sa ancora fare rap per come lo ricordiamo, ma nel frattempo è andato avanti, ha vissuto, ed è qui per raccontarci la sua vita, le paure, le ansie, l’amore. I ricordi sono al centro di Decrescendo. Mirko scava dentro di sé, ci offre tutto se stesso, ci porta per mano dentro Calvairate, uno di quei quartieri di cui non parla quasi mai nessuno, ma che ha un mondo enorme da raccontare. Decrescendo è un diario segreto, di quelli col lucchetto spesso, difficile da scalfire, ma Rkomi ci offre la chiave. E dobbiamo essere noi ad avere il coraggio di aprirlo, senza pregiudizi, senza l’aspettativa di trovare quello che è stato, ma abbracciando quello che è oggi. È un disco senza filtri o ritocchi, lontano da quell’idea di “disco perfetto” che magari vende, ma non riesce davvero a toccare nessuno. C’è Calvairate, il quartiere dove è cresciuto, e ci sono gli amici di una vita: Tedua, Bresh, Ernia, Izi, Lazza. “Chissà come invecchia casa mia/Quando non ci sono che aria tira” dice in Dirti no, traccia numero due del disco. Quella casa che oggi non è una stanza da condividere con gli amici perché si hanno tanti sogni, ma niente soldi. C’è tanto, tantissimo amore in questo album. Per una donna, per le donne in generale. Per quelle che fanno soffrire e per quelle che si tengono così vicine da lasciare che ti brucino. “Bisogna avere una distanza per amarsi senza allontanarsi/E dirsi le cose migliori ma con il coraggio di insultarsi” dice in Non c’è amore con Lazza. Parole che trafiggono e che ci lasciano con la consapevolezza che Rkomi sta dicendo qualcosa di vero. Perché l’amore è così: bisogna avere il coraggio di dirsi tutto, anche le cose peggiori.

Decrescendo, tra racconti di vita e consapevolezze acquisite, trova il suo apice in Vorrei, dove Mirko ci porta “Alla riscoperta dei rapporti umani, tornare indietro/La vita è ciclica per questo mi ripeto/Decrescendo, le cose che ti cambiano non le prevedi mai”. Ecco, qui troviamo la vera essenza di questo album: la vita è imprevedibile. Lo è per Rkomi e per noi. Ed è proprio questa imprevedibilità che ci spinge a fare tutto, con un gusto diverso, ogni giorno. Ci nutriamo di ignoto, ne abbiamo paura ma ci affascina allo stesso tempo. E allora perché continuare a cercare dove siamo già stati? Perché ci fa sentire protetti e rassicurati? Forse, come Rkomi, dobbiamo fare un salto nel vuoto. Solo facendolo potremo davvero apprezzare questo disco e una nuova fase di un artista che, a ventidue anni, ha pubblicato un progetto che in tanti hanno amato, vissuto e consumato, ma che oggi di anni ne ha quasi dieci in più, e quel progetto non lo rinnega, ma lo tiene lì, a ricordarci quello che è stato e che forse non sarà più, e va bene così. Rkomi è cresciuto, e oggi questo “violento decrescendo” appartiene a tutti: ci sono brani da classifica e altri che invitano a riflettere, mettendo in discussione la vita e l’amore. Ed è giusto così, perché guardandosi allo specchio chi vorrebbe rivedere il volto di un ragazzino che non ha vissuto e non ha nulla da raccontare della sua vita?