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Se la resilienza è un talento, Morgan è il numero uno dei sopravvissuti

Il momento storico è complicato, ma anche quest’anno è arrivata la Pasqua. Per chi ci crede, per chi ha meno di dodici anni, o per chi produce uova di cioccolato, questi sono giorni molto importanti. Per qualcuno è quel momento dell’anno in cui si benedicono i commensali con ramoscelli d’ulivo e acqua santa; quel momento in cui si leggono sacre scritture e si recitano preghiere varie. E a proposito di sacre scritture, voi avete mai letto i Vangeli? Ce n’è uno, apocrifo naturalmente, che mi piace particolarmente, ed è quello di Tommaso. In un testo c’è un messaggio che secondo me vale la pena di rispolverare: “Se non ti svegli e non li realizzi, i potenziali talenti che hai dentro di te ti danneggeranno. Se ti svegli e li realizzi, i potenziali talenti che hai dentro di te ti guariranno”. Svegliarsi e riuscire a sviluppare quei talenti dipende da due cose: la capacità di individuarli chiaramente e la determinazione a realizzarli attraverso la forza di volontà.

Parlare di Morgan citando il Vangelo è un po’ come parlare di Flavia Vento citando La teoria della relatività. Un ossimoro. Eppure, tornando al brano di Tommaso, verrebbe da chiedersi: ma Morgan sa qual è il suo vero talento? Cantante, divulgatore, intrattenitore, genio. Cos’è Morgan? Una risposta a questa domanda ce la sta dando in questi giorni. La querelle con Bugo lo rincorre ancora, ma lui non scappa. Trasforma la visibilità poco sofisticata che gli ha dato il palco di Sanremo, in un riflettore puntato sulle sue innumerevoli doti. La prima, quella di saper rielaborare e condividere. Lo fa attraverso una nuova piattaforma, MorganDoc; uno spazio virtuale che conterrà contenuti inediti passati dalla macchinosa mente dell’artista, ex Bluvertigo.

I primi brani che ha condiviso fanno parte della raccolta Il classico Morgan, che lo vede alla prese con Bach. Lo fa per sganciarsi dalla discografia, da quella necessità costante di dover vendere sopra ogni cosa, sopra l’arte stessa, di dover scalare le classifiche, di essere costantemente il numero uno. Lo fa per il piacere di divulgare, come un Alberto Angela qualsiasi. E per lo stesso piacere, pubblica un brano su tutte le piattaforme digitali. Vi aspettate una nuova Altrove? No, signori, Morgan non canta. Legge. “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”. Il cantante recita con accompagnamento musicale il Canto V dell’Inferno di Dante, tratto dalla Divina Commedia. E non lo fa da sprovveduto, ma da professionista. Incornicia i momenti giusti, valorizza il testo che prende vita attraverso la voce rauca ma avvolgente dell’ex re dei talent.

Reinterpretare, leggere, cantare, giudicare, suonare, comporre, recitare, che altro sa fare Morgan? Dicono sappia anche scrivere. Il suo ultimo libro ne è la prova: Essere Morgan – La casa gialla, un libro-confessione, che vanta l’introduzione del vate ‘di noi altri: Vittorio Sgarbi. Morgan racconta la propria esistenza attraverso gli oggetti di una casa che è stato costretto ad abbandonare. Un lungo viaggio nella storia dell’artista e della sua arte, attraverso l’atelier artistico sottrattogli dal fisco. Alla fine di tutto, di Morgan si può ancora raccontare de “Le brutte intenzioni, la maleducazione”, ma non è tutto.

Morgan incarna perfettamente lo spirito di questi giorni, e, in effetti, racconta meglio di chiunque altro il triduo pasquale: un uomo processato, crocefisso davanti a tutti per mano del pubblico, ma che non è mai andato via. Si rimette in piedi, mostrando il dito medio ai pecoroni del music business, suonando Bach, leggendo Dante e scrivendo confessioni personali come un bohémien dell’Ottocento, facendo, letteralmente, poesia dei fatti suoi. Morgan sa qual è il suo talento: restare in piedi. Perché, se la resilienza è un talento, Morgan è il numero uno dei sopravvissuti. Se ti svegli e li realizzi, i potenziali talenti che hai dentro di te ti guariranno, dice Tommaso. È forse questo il punto: farsi guarire dal proprio talento. Lui risorge, ogni qualvolta lo si chiude in un sepolcro. Lui ritorna, senza andarsene. Cantautore, intellettuale, musicista, giudice televisivo, cos’è Morgan? Un artista. Uno degli ultimi che ci sono rimasti.