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“Klan” è la corsa ad ostacoli di Mahmood (in attesa di “Ghettolimpo”)

Nel flusso strabordante e inarrestabile con cui si susseguono le dinamiche di gruppo generazionali nel corso degli anni, nei quartieri popolari di tutto il mondo c’è (forse) una costante: il fischio sotto casa come richiamo inconfondibile dei compagni per uscire fuori a giocare da bambini o per fare stronzate insieme da ragazzi. Un suono semplice, riconoscibile e sempre uguale a se stesso capace di racchiudere il senso di appartenenza ai palazzoni di provincia, al loro grigiore e alle lunghe, lunghissime notti che li illuminano. È così, con il suono di un fischio, che Mahmood decide di anticipare le prime note di Klan, quinto brano del suo prossimo album, Ghettolimpo (in uscita il prossimo 11 giugno), e che – partendo proprio dall’attività di marketing che ruota attorno al nuovo progetto dell’artista italo-egiziano – rappresenta il nuovo livello di un videogioco in cui Mahmood sta accompagnando noi ascoltatori un brano alla volta, sfidandoci continuamente all’interno di scenari alternativi che attingono da dimensioni fantastiche (come nel singolo Inuyasha) o realtà piuttosto crude. Klan, in tal senso, è lo step finale, tre violenti minuti di gioco sparatutto in cui l’urban sound curato da Dardust fa da cornice perfetta per una corsa a ostacoli tra le mura del ghetto col fiato corto e la luna sopra la testa. Ma, come in tutti i videogiochi, anche per completare questo livello esiste una carta vincente, una salvifica chiave di lettura nascosta tra le righe del brano. (“Ora lo sai cosa si fa per entrare nel mio Klan/Non servirà tatuarsi draghi sopra la schiena/Ora lo sai come si fa per entrare nel mio Klan […]/La notte, la notte, la notte, la notte, la notte, la notte/In due siamo un Klan“). E ora non ci resta che aspettare l’11 giugno per scoprire cosa si vince alla fine di questa corsa.