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La “Mezzanotte” di Ghemon è stato un viaggio di sperimentazione

«Mezzanotte è un po’ come un mio figlio», esclama Gianluca Picariello, in arte Ghemon, parlando del suo nuovo disco uscito lo scorso 22 settembre per Macro Beats. Un lavoro che – almeno per il momento – ha convinto un po’ tutti, definito dal rapper come «la merda più vera e personale. È un racconto di vita privata. Di momenti belli e brutti. Lo si può secondo me considerare un po’ come un diario personale». Scordatevi i suoni rap o hip hop di Orchidee (il suo precedente lavoro) perché Ghemon con Mezzanotte ha scelto di virare bruscamente verso l’R&B: «Era una voglia che risiedeva in me già da molto tempo», dice. «L’R&B l’ho iniziato ad ascoltare all’età di diciassette anni. Ascoltavo i grandi del genere, mi viene da citare James Brown ma anche Stevie Wonder. Scoperti questi artisti mi sono reso conto che dietro di loro esisteva l’universo della musica soul, R&B e funky. In Mezzanotte ho messo in pratica tutto quello che ho acquisito nel tempo ascoltando questa musica».

Il disco è una svolta non soltanto dal punto di vista del sound ma anche sotto l’aspetto della produzione: «È stato un viaggio di sperimentazione. Sai come accade nel rap, normalmente per la parte musicale ci si affida ai produttori di fiducia mentre stavolta per la prima volta oltre al testo ho composto anche la musica di alcuni brani. È accaduto ad esempio per Un temporale (il primo singolo estratto dal disco ndr.)». Ma cosa ne pensa Ghemon della nuova scena rap (trap) italiana? Su questo non ha dubbi: «Trovo novità ma non trovo innovazione», ci spiega. «C’è un sacco di movimento in giro e questo sicuramente è un aspetto positivo. Il tempo ci dirà chi veramente merita di fare questo mestiere perché un conto è fare uno o due dischi di successo altra cosa è costruirsi intorno una carriera». Un disco – Mezzanotte – di impatto a partire dalla copertina ideata dallo stesso Ghemon e realizzata da Giuseppe Palmisano e Corrado Grilli, conosciuto nel panorama rap come Mecna ma già art director per le cover di Fenomeno di Fibra e Gentleman di Gué Pequeno.

«L’idea di inserire delle donne nude è mia poi Giuseppe Palmisano ha concretizzato l’idea che avevo in testa secondo la sua sensibilità artistica. Infine Corrado Grilli ha avuto l’intuizione di censurare il nudo poiché l’artwork sarebbe finito sugli scaffali in libreria e online. Il web è un posto frequentato anche da bambini, meglio evitare di incorrere in fraintendimenti». Il disco sarà presentato con una tournée nei principali club italiani che partirà il 30 novembre con un concerto sold out al Santeria Social Club (con replica l’1 dicembre) ma nel futuro di Ghemon c’è anche un progetto editoriale, un’autobiografia, a cui l’artista ha già iniziato a lavorare: «Non voglio fare una biografia da concorrente uscito da MasterChef. Non sarà una biografia classica e nemmeno una biografia concentrata sull’artista Ghemon. Anche in questo caso cercherò di essere il più originale possibile, creando un qualcosa in linea con il mio stile».