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Abbiamo stabilito di recente che il rock è vivo, basta saperlo cercare ed ascoltare. E questo è un punto fermo, almeno per me. Ma è altrettanto vero però che negli ultimi vent’anni altri generi musicali hanno preso il sopravvento, mettendo la freccia e sorpassando il rock sia in termini di investimento che di popolarità. Per fare un ragionamento completo occorre fare un minimo di analisi del contesto.

Gli anni novanta, grazie da un lato al britpop e dall’altro alle boy band – che furono un fenomeno mondiale – hanno visto consolidare il pop. Contestualmente sono esplose band come i Nirvana, entrati di diritto nella storia della musica contemporanea, e i Pearl Jam. È stato quello l’ultimo decennio in cui le case discografiche hanno lavorato sulla crescita degli artisti che “prendevano sotto contratto”, come si usava dire. Gli anni che ci hanno portato sino ad oggi hanno visto l’avvento di internet, della musica scaricabile e delle piattaforme streaming, rendendo tutto più raggiungibile, abbassando da un lato i costi per gli utenti e – dall’altro – gli incassi per le case discografiche.

In un contesto come quello descritto la reazione dell’industria discografica è stata basica e ampiamente prevedibile: cosa tira di più? Cosa è più facile da vendere? Cosa ci consente di sfornare costantemente nuovi divi? E così il pop ha iniziato ad essere prodotto in larga scala, ascoltato e venduto sempre di più, erodendo costantemente spazio al rock.

Con questo non stiamo dicendo che il pop sia diventato il discount dei generi musicali, che sia chiaro. Le produzioni hanno raggiunto dei livelli altissimi. Parliamo di band come i Coldplay o di Lady Gaga o di giovani conferme come Ed Sheeran, Shawn Mendes e Harry Styles. Musica di alto livello che viene portata in tour con spettacoli incriticabili sotto ogni punto di vista e che arriva in vetta ad ogni classifica possiate immaginare.

E nel frattempo il rock? È vivo e vegeto, come anticipato all’inizio, ma latita. Te lo devi andare a cercare. Magari sintonizzandoti su alcune radio dedicate (poche, ma ci sono) o aspettando con ansia il nuovo disco dei Foo Fighters (che poi delude) o dei sempiterni Green Day, arrivati in splendida forma alla fine degli anni dieci.

È evidente che, allo stato attuale, il pop ha superato sia in numeri sia in qualità il rock. E non è sicuramente facendo resuscitare band come i Guns N’Roses oppure organizzando festival sedicenti rock che la rotta potrà essere invertita. I suoi sostenitori dovranno mostrare di essere un solido investimento su cui puntare, le band che si dedicano a questo genere dovranno preoccuparsi di allargare il loro pubblico. Certo, sempre ammesso che il rock e i suoi sostenitori non puntino a divenire musica per pochi eletti.