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Federica Abbate è la hit maker di cui avevamo bisogno

Federica Abbate, ventotto anni, milanese, è uno dei segreti più di valore della scena pop italiana. Ha firmato una serie infinita di hit da classifica, roba forte, da milioni di stream Spotify: L’amore eternit di Fedez e Noemi, Roma-Bangkok di Baby K e Giusy Ferreri ma anche Nessun grado di separazione di Francesca Michielin. «Non mi fermo mai a pensare al potenziale di quello che scrivo», dice. «Per mia natura do sempre il massimo poi se il pezzo funziona e viene messo nella bocca di qualcuno che ha una fanbase ampia allora è facile che diventi una hit. Che poi, la hit ha un po’ questa ricetta: è una canzone bella che può essere fruita da un pubblico ampio». Ma dopo anni passati a scrivere per altri Federica ha iniziato a scrivere per sé stessa in una forma profondamente personale: «Nel momento che ho scelto di cantare le mie canzoni ovviamente l’ho fatto perché avevo un’esigenza di esprimermi e di metterci la mia di verità, non quella di qualcun’altro».

È uscita da poco Camera con vista in cui collabori con Lorenzo Fragola. Possiamo definirla ufficialmente la tua prima hit estiva?
Ma sai, non vuole essere necessariamente una hit estiva; io ho solamente pensato a scrivere una bella canzone. Sicuramente però è estiva nel mood anche se al suo interno non riporto per scelta quelli che sono i luoghi comuni dell’estate come magari faccio quando scrivo il tormentone estivo ad altri. Dentro Camera con vista ho messo tutta la mia personalità ed è una canzone che segue il filo conduttore del mio progetto. Se senti, ci stanno dentro tutte le mie paure, le mie paranoie. Quindi diciamo che è una canzone che nasce per essere una bella canzone e uscendo d’estate se mai diventerà un tormentone ne sarò felice.

Mi sembra di capire che sei una di quelle artiste che parla di vita vera e di esperienze personali?
Sì, assolutamente. Il cantautore è giusto che parli della sua vita e la cosa bella è che quella sua vita in qualche modo va a rappresentare la vita di altri creando uno spirito di comunione. La musica è proprio questo: mettere in comune.

Quindi non c’è una canzone che hai ceduto e che con il tempo hai rimpianto?
Quando scrivo per me scrivo a prescindere per me mentre quando scrivo per altri scrivo a prescindere per altri. C’è un’intenzione alla base completamente diversa.

Sei tra i volti del pop più apprezzati dalla scena rap, come te lo spieghi?
Le collaborazioni passate sono nate perché io mi sono sempre sporcata con altre contaminazioni aprendomi ad ogni tipo di genere: dopo il featuring con Marracash l’ho fatto uno con Franchino (Franco126 ndr.) e Carlo (Carl Brave ndr.) e oggi torno con una collaborazione con Lorenzo Fragola. Il pop è diventano un crossover ma non solo il mio, quello di tutti. Penso ad Ultimo, il suo pop ha ad esempio una percentuale maggiore di urban rispetto al mio che invece strizza l’occhio più all’indie. Diciamo che oggi è difficile trovare in circolazione un pop puro, soprattutto se si fa riferimento alla nuova scena musicale.

Mi stai dicendo quindi che oggi c’è un’accettazione del pop anche negli ambienti che prima lo evitavano?
Sì. L’unica differenza con il rap è che il pop non ha una scena e quindi fa più fatica ad autoalimentarsi. Man mano però stiamo assistendo ad un emergere di nuovi progetti pop, ti parlo di Mahmood, di Ultimo, e quindi la mia speranza è che si crei in futuro una scena.

Si sente spesso dire che in Italia sia più difficile per una ragazza affermarsi, anche nella musica. Tu hai trovato ostacoli?
Nel pop italiano le donne sono poche. La difficoltà sta nel fatto che la donna proprio per sua indole riesce a fare meno comunione con altre donne quindi. Peccato che sia questa la situazione perché la comunione tra donne secondo me genera un sacco di forza.

Per ora hai pubblicato solamente singoli. Aspiri a un album vero e proprio?
Sicuramente arriverà, ho già alcuni brani da parte anche se devo trovare il momento giusto per farlo uscire (spoiler: non è così lontano ndr.).