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Cesare Cremonini: «Il sogno degli stadi nasce dai Queen»

Cesare Cremonini, foto di Kimberley Ross per Live Nation

Sette date negli stadi (i più importanti) più un live evento all’Autodromo di Imola il 18 luglio («Quello è un luogo magico, reso iconico dalla storia della Formula Uno, dal ricordo commovente e senza tempo di Ayrton Senna, e per quanto riguarda la musica, naturalmente da Vasco Rossi, che lo ha trasformato in un tempio leggendario della musica italiana e internazionale», dice): è questo il programma 2020 di Cesare Cremonini che, dopo il successo della scorsa estate, ha scelto di tornare ad esibirsi nelle principali arene outdoor dello stivale.

Lo farà per un obiettivo ben preciso: per festeggiare come si deve i primi vent’anni di attività. Una carriera iniziata con la pubblicazione nel 1999 di 50 Special, canzone diventata un vero e proprio inno generazionale e proseguita lungo un percorso costellato di una serie innumerevole di hit. In questi anni Cesare ha sempre lavorato e scritto riuscendo a sposare la sua spiccata impostazione cantautorale con arrangiamenti e sonorità ricercate, lontane dalle mode del momento, diventando uno degli artisti più influenti del panorama musicale.

Un sogno, quello del tour negli stadi, nato grazie alla sua passione per i Queen: «In questi giorni, trentacinque anni fa – ha raccontato Cremonini su Instagram – usciva I Want To Break Free, scritta dal bassista dei Queen, John Deacon. Dio solo sa quante volte abbia visto Live at Wembley 1986. Il mio sogno di fare tour negli stadi è nato da qui».