dark mode light mode Search Menu
Search

Sempre più Jared Leto, sempre meno Thirty Seconds To Mars

La splendida cornice del Collisioni Festival – che ha portato a Barolo nei giorni scorsi Eddie Vedder e Liam Gallagher – e di Piazza Colbert ha ospitato ieri sera l’ultima delle quattro date italiane dei Thirty Seconds To Mars. Sono le ventuno e quaranta quando Jared Leto, in versione Ted Neeley, sale sul palco: occhiali neri a mascherina che gli coprono gran parte del volto, mantello bianco, guanti di pizzo nero con cristalli incastonati, pantaloni argentati e camicia viola. Settantacinque minuti di show ma i Thirty Seconds To Mars hanno già vinto dopo appena sessanta secondi, più o meno al ritornello di Monolith, brano estratto dal loro ultimo lavoro in studio. Con l’uscita lo scorso anno di Tomo Miličević dalla band i Thirty Seconds To Mars sono diventati sempre più Jared Leto, che oggi più di allora guida lo show da solo. Il carisma, però, non basta a rendere un live perfetto. Jared non sembra avere il pieno controllo della voce e mostra, almeno nella prima parte del live, qualche insicurezza.

«Che meraviglioso posto è Barolo. È bellissimo vedere persone ovunque», dice guardandosi intorno. Corre continuamente su e giù per il palco mentre sugli ottomila di Piazza Colbert volano palloni colorati, una coreografia non certo innovativa ma che crea sempre un certo effetto. A metà show arriva anche il momento jukebox in cui, chitarra alla mano, Jared improvvisa The Kill (Bury Me), From Yesterday, Vox Populi e Alibi. La voce di Leto si fa un po’ più solida, sembra aver ritrovato la concentrazione, ed arrivano le hit che scaldano gli ottomila: Hurricane e Walk on Water, l’altro brano tratto dall’ultimo album. La chiusura è affidata a Closer To The Edge: sul palco arrivano a fare da coro alcuni fan presi dal pubblico (e tutto il delirio che ne consegue) che trasformato i versi “No I’m not saying I’m sorry/One day, maybe we’ll meet again” in un’ovazione rock. Un’ora e un quarto di concerto per diciassette brani: decisamente poco. Ma a Jared si perdona tutto, d’altronde a compensare c’è il suo carisma innato, il fascino e un repertorio di hit che hanno segnato un’epoca.

[URIS id=5082]