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I Sofi Tukker hanno una gran voglia di fare casino

I Sofi Tukker hanno una sola regola: all’interno del duo si fa tutto 50 e 50. «Oneri e onori, senza scendere a compromessi», dicono. Li chiamo durante il loro meritato day off; si stanno riprendendo dal concerto sold out al Bierhübeli di Berna della sera prima, poi sarà la volta dell’Italia, al Fabrique di Milano. Sophie Hawley-Weld (ventinove anni, di Francoforte) e Tucker Halpern (trent’anni, di Brooklyn) hanno formato il duo nel 2014 e nel giro di pochi anni – con il loro sound che unisce l’house all’elettropop dei Knocks – hanno conquistato i palchi più prestigiosi del mondo. Poi, nel 2017, arriva Best Friends, un brano deep groove, e succede un vero casino: il pezzo scala le più importanti chart americane e diventa la colonna sonora di uno spot Apple. Numero uno nella Airplay Dance Radio US che comporta un successo planetario che non tende a diminuire. La loro storia però inizia prima, in una galleria d’arte del Rhode Island, dove si sono conosciuti per sbaglio un sabato pomeriggio. Entrambi erano lì per suonare; Sophie con un trio jazz mentre Tuker, aspirante basket player, con la sua console. «Suonavo le canzoni di Nara Leão e João Gilberto e non conoscevo minimamente l’house, poi ho conosicuto Tucker e grazie alle sue abilità di persuasione me ne sono innamorata», racconta Sophie.

Seguite le mode o avete sempre pensato con la vostra testa?
Tucker: Ci proviamo ma sicuramente qualche influenza la assorbiamo anche noi.
Sophie: Questo è l’aspetto positivo di crescere in giro per il mondo come è successo a me. Ciò che è bello in un posto non è bello in un altro, quindi devi imparare a capire cosa è bello per te stesso. Anche perché va detto che oggi è complicato tenere il passo con le tendenze.

E chi sono i vostri eroi musicali?
Tucker: Jack White, Eminem, Avicii e Stromae.

Come pensate sia evoluto il vostro sound negli anni?
Tucker: È in continua evoluzione ed è ispirato a ciò che ci circonda; dalla nostra vita on the road, dagli incontri e dalle nuove culture con cui entriamo in contatto. Io mi occupo della musica, Sophie è invece la songwriter. Con questa formazione lavoriamo veloci perché possiamo darci un feedback immediato e onesto.

E sulla scelta di mettere in piedi un duo cosa mi raccontate? Da un lato è un formato più intimo e democratico dall’altro però non c’è l’allegria tipica di uno stile di vita di gruppo.
Tucker: Per noi è un formato super ideale. Facciamo tutto 50-50 senza scendere mai a compromessi. La regola è che entrambi dobbiamo assolutamente amare tutto quello che facciamo e questa cosa è molto più facile da fare in un duo che in un gruppo.

Però non ci credo che non discutete mai.
Tucker: Fai bene (ride ndr.). Quando siamo stanchi ci capita spesso ma siamo bravi a gestire queste situazioni di conflitto.

E il nuovo album quando lo ascolteremo?
Ci stiamo lavorando da un po’ di tempo. Abbiamo un sacco di nuove canzoni che registreremo a gennaio, l’album uscirà probabilmente entro il 2020.

In una recente intervista avete dichiarato che la vostra musica celebra la diversità. È una risposta alla politica di Trump?
Sophie: Non solo alla politica di Trump. Nel mondo oggi ci sono molti movimenti politici che vogliono creare confini e separare i popoli. Ma ci sono anche movimenti che lavorano per far si che questo non accada. Ecco, noi facciamo parte di questa categoria.

E com’è essere una donna nell’America di Trump e del movimento Metoo?
Sophie: Dovrei scrivere un libro intero per rispondere a questa domanda, con tutte le sfumature che questa nasconde al suo interno. Fortunatamente sono circondata da uomini e donne che sono fiere femministe e questo fa una grande differenza nella mia esperienza anche se capisco che questo è un momento esasperante. Quello che sto imparando è che, come ogni movimento, il movimento femminista fa passi avanti ma anche passi indietro. Siamo ancora molto lontani dalla parità retributiva, per non parlare del trattamento equo nella vita di tutti i giorni. E quando gli uomini al potere come Trump normalizzano questo terribile comportamento, è un enorme insulto e un danno per il duro lavoro di chi ha combattuto per i nostri diritti.

A proposito di Trump, il prossimo anno si torna a votare: avete paura possa essere rieletto?
Tucker: Purtroppo c’è questa possibilità. Un Trump-bis può essere evitato solamente educando i più giovani che si presenteranno a votare.

Traduzione di Carlotta Nardi