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Vinicio Capossela e Young Signorino, la strana coppia

«Sono onorato di aver potuto collaborare con Vinicio Capossela, è stato importante per me ricevere la stima di un’artista così immenso e persona meravigliosa. È stato anche molto interessante lavorare su questo brano, con una tematica così importante, e poterci inserire qualcosa di mio. Spero si capisca la mia voglia di parlare di ciò che sta succedendo, di quello che non va e che riguarda tutti», ha spiegato Young Signorino sulla nuova (strana) collaborazione con Vinicio Capossela. L’idea di questo esperimento è figlia dell’incontro estivo tra Capossela e Signorino allo Sponz Fest 2019, il Festival di cui Capossela da ormai sette anni è direttore artistico. La canzone si intitola +Peste ed è una rielaborazione del brano La peste contenuto nell’ultimo album del cantautore di Hannover, Ballate per uomini e bestie. Il risultato è una nuova track che dell’originale di Capossela conserva soltanto alcune parti vocali. Il resto – la struttura, la base ritmica e i versi di Signorino – è stato scritto e prodotto da zero per amplificare e quasi raddoppiare in un dialogo a due voci (da qui il titolo +Peste) la narrazione del brano, che denuncia l’imperversare della peste digitale.

«La peste dell’odio in rete, della delazione, della diffamazione, del linciaggio, dello squadrismo, dell’oscenità esibita, del circo massimo del like o dislike, del mascheramento, della fake news, delle virulenze epidemiche, ha per me in musica il suono dell’autotune, della trap dei nativi digitali. Volevo contaminare con questo suono il tema e lo svolgimento e così ho cercato l’artista che più stimo nella globosfera della rete contemporanea, il giovin signore Young Signorino», ha spiegato Capossela in una criticata nota diffusa alla stampa. «Gli ho consegnato il pezzo così che lo contagiasse aggiungendoci altra peste, la sua, a generare bacilli e anticorpi. Signorino è di una purezza disarmante. Un purissimo figlio di Satana, come candidamente afferma. È l’ultimo dei dadaisti. È primitivista, semplifica e semplificando offre forza alle parole. I segni della vita e le credenze se li è scritti in faccia, per rivelare più che per nascondere. Abbiamo messo una musica in una bottiglia e ci è tornata indietro così. Più peste».