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A Jack the Smoker non frega nulla dei ritmi produttivi del rap

«Durante la mia carriera mi sono ritrovato spesso a dover affrontare l’idea del declino, anche perché se non hai un ritmo produttivo di uno o due dischi all’anno cadi facilmente nel dimenticatoio. Soprattutto in questo momento in cui escono nuovi progetti in continuazione». Nonostante ciò, Jack the Smoker ha aspettato 4 anni per tornare sulla scena con un nuovo lavoro in studio; s’intitola Ho fatto tardi e – a differenza di Jack uccide in cui dimostrava tutte le sue abilità da rapper – racconta i momenti di libertà, di felicità fatta di vita di provincia, lontano dai riflettori della città: «Vivere in provincia in un mondo pre-digitalizzato dove c’era ancora il 56k e non c’erano i social network, mi ha portato a crearmi un’identità. A Pioltello (periferia di Milano ndr.) eravamo una piccola minoranza, eravamo quelli che ascoltavano il rap con orgoglio ed identità, a differenza di ora dove è facile omologarsi».

Jack the Smoker riporta al centro dei suoi testi poesia e nostalgia riuscendo a sfornare con naturalezza e semplicità un ottimo lavoro che lo mantiene saldamente in cima nella classifica degli artisti più autentici del rap italiano: «Quando sono uscito dal periodo legato a Jack uccide volevo creare qualcosa di diverso a livello di narrazione, anche perché in 4 anni nella mia vita sono cambiate un sacco di cose che hanno cambiato anche la mia scrittura. Il concept del disco l’ho capito alla fine – mi spiega – avevo voglia di ripercorrere le tappe legate alla mia vita, dal rapporto con mia madre a quello con gli amici che non vedo più ed è stato un incentivo a dare un occhiata alla mia esperienza di vita. Una volta che ha preso piede l’idea ho capito sempre più che era quella giusta. Il concetto di tempo nel disco è molto presente. Passato e presente si sono intrecciati; la purezza della vita giovanile con tutti i vincoli che vedo nella mia vita attuale».

La parola d’ordine rimane “autenticità”: «Quando parli di qualcosa di stereotipato il disco avrà vita breve; quando hai un bel ritornello e una bella melodia con le cose dette e ridette, diventa difficile dare longevità ad un prodotto. È solo raccontando qualcosa di personale che la gente riesce ad identificarsi in un album». Tra i brani più riusciti dell’album c’è Fischi (“Vorrei solo con chi cerca good life/Ma se resto qui, ora sento solo fischi”) in cui racconta di come il vento, sia nella vita che in ambito musicale, possa cambiare da un momento all’altro per portarti dalla cima al fondo in un attimo e farti vivere con la costante ansia del fallimento: «In questo momento non puoi permetterti di non pubblicare per un anno, figuriamoci per quattro come ho fatto io».

Ho fatto tardi è un disco ricco di collaborazioni: Nitro, Dani Faiv, Lazza, Jake La Furia, MadMan e Izi con i quali aveva già collaborato in Machete Mixtape 4, l’album dei record firmato dal collettivo fondato da En?gmaSalmo, Hell Raton e DJ Slait: «Sono tutti artisti che hanno la capacità di fare rap come piace a me, con una proprietà lessicale che mi piace. Chi mi piace della nuova leva? Allo stato attuale non lo so, il talento che ho trovato per ultimo è stato Dani Faiv che ormai pero è ad un altro livello. Ma come ha detto Salmo recentemente su Instagram, negli anni sono usciti veramente troppi progetti e questo non è sempre un bene. Ma d’altronde oggi c’è una voglia di mettersi in mostra figlia della cultura dei talent e dell’instant idol che ti porta comunque a voler sempre emergere senza un discorso di gavetta».