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Il nuovo singolo di Franco126 e Calcutta è nostalgia allo stato liquido

Da piccoli proviamo cocciutamente ad acchiappare l’acqua del mare. Da grandi, mossi dalla stessa cieca testardaggine, tentiamo di afferrare il tempo che scorre. E non importa quanto esperte siano le nostre mani, quanto pronti i nostri riflessi: in questo gioco, l’acqua e il tempo son destinati a batterci sempre, scivolando inesorabilmente ad ogni singolo tentativo tra le nostre dita impotenti. Sarà per questo che Franco126 ha voluto racchiudere in una sola canzone l’unico premio cui siamo destinati in questo gioco a perdere: la nostalgia, evanescente e magica, intangibile, eppure reale. In Blue Jeans, suo nuovo singolo, l’artista romano sceglie di usare soltanto una chitarra acustica per accompagnare quelle strofe così tremendamente sue, così terribilmente nostre, nel tentativo di sfiorarci appena, come le onde del mare che baciano la sabbia asciutta, tenendoci per mano mentre galleggiamo in quel vuoto tanto difficile da colmare: il nostro. Sarà poi la voce di Calcutta, canto amarcord per eccellenza, ad affiorare a metà canzone quasi per accompagnarci verso un luogo sicuro e farci approdare con dolcezza all’accettazione di un passato che non possiamo cambiare, ma solo custodire con cura (“Siamo onde tra le onde che fanno un mare mosso/Storie tra le storie, ma nessuno sta in ascolto/E delle volte per vederci chiaro serve stare al buio/E per essere davvero sicuro occorre avere un dubbio“). Blue Jeans. Quattro minuti esatti di nostalgia allo stato liquido. Che li ascolti, li respiri a pieni polmoni e, nota dopo nota, la tempesta si dirada. E così ci teniamo di nuovo. Senza scivolare.