dark mode light mode Search Menu
Search

Con “Dawn FM” The Weeknd ci ha regalato il primo highlight dell’anno

Il viso invecchiato di The Weeknd sulla copertina di Dawn FM tradisce su tutta la linea quella freschezza di cui gode l’opera, seppur alimentata dal miglior Michael Jackson – influenza praticamente onnipresente in questo nuovo capitolo – e da quelle irresistibili influenze 80s che hanno dominato il 2020 grazie al precedente After Hours. In Dawn FM The Weeknd decide di rallentare e di trovare una via d’uscita da quell’universo disilluso che da sempre contraddistingue l’immaginario del cantante canadese. Il decadentismo tipico della sua poetica qui si evolve, si lascia piegare dal tempo (dalla vita), vittima dell’inevitabile incedere del divenire.

In Gasoline Abel Tesfaye – questo il suo vero nome – supplica la sua innamorata di non lasciarlo cadere sotto i duri colpi della dipendenza da droghe, in How Do I Make You Love Me? invece spiega che fama e ricchezza non sono elementi necessari laddove l’amore si presenta nelle vesti di un sentimento autentico. Poi c’è la chitarra electro-funk di Sacrifice – con il supergruppo degli Swedish House Mafia alla produzione, scusate se è poco – che riprende quanto interrotto dalla precedente Take My Breath e ci mostra un The Weeknd in totale disaccordo con quanto narrato in After Hours: Abel è letteralmente innamorato del suo tempo e specifica, senza mezzi termini, che stavolta non sarà disposto a sacrificarsi per un amore inutile, tossico e per nulla produttivo, e mette in luce tutta la maturazione della sua persona, frutto di un percorso costellato da dissolutezze di ogni genere.

Una maturazione che riscontreremo ancora in brani come Best Friends, altro momento alto dell’album, dove il netto rifiuto di un amore tossico si unisce alla salvaguardia di una preziosa amicizia. E così, tra un concept affascinante, un’interpretazione impeccabile ed un lavoro di produzione tremendamente benefico per questo 2022, Dawn FM ci regala il primo grande highlight dell’anno: un prodotto maturo, compatto e ben confezionato che ha l’unico difetto di vedere la luce dopo quel capolavoro di rara bellezza intitolato After Hours. Perché Take My Breath – dotata di un’instrumental brillante su tutti i fronti – non è certo Blinding Lights – in termini di successo commerciale – ne potrà mai diventarlo.