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Tancredi racconta “Golden Hour” traccia per traccia

Groovy

L’idea di dividere la canzone a metà, in cui una parte è aggressiva ed una parte è intima, è stata estremamente spontanea. Il brano già era molto particolare, ho deciso di portare la sperimentazione ad un livello ancora superiore. Tra l’altro la prima canzone che ho pubblicato – oggi non si trova più sui digital store – aveva questa stessa caratteristica.

Tanto lo so

L’ho scritta nell’estate di quest’anno e parla di ciò che stavo vivendo in quel momento, ossia la frequentazione con una ragazza. Non è stata scritta dunque a posteriori. La prima strofa ed il ritornello li avevo buttati giù ad inizio luglio mentre la seconda strofa qualche settimana dopo aver rivisto questa persona. Amedeo Radaelli ha proposto questo giro di chitarra molto accattivante durante la stesura del provino e da lì siamo andati dritti per la nostra strada. Sapevo esattamente in che direzione andare perché era ancora vivo in me questo sentimento forte.

Paranoie

È un pezzo di rottura: nei primi due brani c’è un mood aggressivo e nel contempo pessimista, come per certi versi accade in tutto il disco. Tuttavia quando ho scritto Paranoie stavo iniziando a sentirmi meglio e per questo, pur essendo un tema malinconico ed ansiogeno, ho deciso con i producer di dargli un veste più colorata.

Wah Wah

Secondo me non esistono generi di serie B o generi di serie A. Esistono solo generi diversi che a loro volta trasmettono emozioni differenti. E in realtà questo non è nemmeno il primo pezzo che ho fatto con una ritmica raggaeton; Balla la luna, per esempio, aveva già un ritmo simile. In definitiva, credo che l’importante sia realizzare un buon prodotto, il genere deve solo saper accompagnare l’emozione che vuoi trasmettere.

Veleno

L’ho scritta perché sentivo il bisogno di esternare questa rabbia repressa che ho dentro da molti anni. Ammetto che odio arrabbiarmi o litigare, perché la maggior parte delle volte esce fuori una parte di noi stessi che non corrisponde veramente alle persone che siamo. Diciamo che in quel momento della mia vita volevo sfogarmi e il modo migliore per farlo era scriverci un pezzo. L’unico modo che avevo per far sentire questa rabbia era urlarlo, come se lo stessi urlando al mondo. Ciò che mi fa incazzare di più in questo momento della mia vita sono le persone che nutrono dei pregiudizi, che credono di conoscere una persona ancor prima di averla effettivamente conosciuta.

Paracadute

L’ansia è mia compagna di vita sin dai tempi dell’adolescenza e questa canzone parla di questo. Adesso per fortuna si è affievolita, forse perché sto facendo quello che mi piace e perché mi sento un po’ più sicuro sul mio futuro. Fino a qualche anno fa vivevo in uno stato d’ansia un po’ più forte, ero terrorizzato dal futuro. Credo che andando avanti nella vita si acquisisca una maggiore sicurezza e una maggiore dimestichezza nel saperla gestire.

Ho bisogno

L’ho scritta dopo aver visto Life In a Year di Mitja Okorn e ricordo che la visione mi scosse tanto, talmente tanto che scrissi il ritornello di getto. Non è dedicata ad una sola persona ma a tutte le persone che ho amato fino ad adesso. Insomma, l’ho scritto pensando a tutte quelle persone che sono state capaci di farmi provare questo sentimento.

Golden Hour

Legati a quello brano ci sono molti aneddoti. Il primo è che ho trovato prima il titolo dell’EP – dopo circa un mese di ricerche, in un ristorante a Roma – il secondo, invece, è che Golden Hour l’ho scritta, appunto, qualche settimana dopo aver trovato il titolo. Era tarda sera, ero ancora in studio con Amedeo Radelli e Alessandro Antonini, e praticamente abbiamo scritto questa canzone in circa trenta minuti. Era l’ultimo tassello che mancava per liberarmi totalmente.