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Perché quello tra Taylor Swift e Damon Albarn è un dibattito inutile

Vi ricordate di quella tremenda bufera che scoppiò ai danni di Drake quando nel 2015 fu accusato – da un Meek Mill piuttosto battagliero – di non essere l’autore di tutti i suoi testi? Oppure di quando nel 2018 fu di nuovo Pusha T a battere il chiodo sul medesimo argomento ai danni del medesimo bersaglio? Ora, sappiamo bene che quell’ultimo diverbio costrinse il canadese ad assumersi una volta per tutte le proprie responsabilità di padre ma, soprattutto, fu la prima volta che si cominciò a parlare con una certa insistenza di un fenomeno di cui in fondo tutto il mondo era a conoscenza, ma che evidentemente possedeva ancora il potere necessario per scatenare un vero e proprio scandalo, stiamo parlando del famigerato fenomeno del ghostwriting. Certo, siamo pur sempre all’interno delle quattro mura di quella grande casa chiamata hip hop (dove spesso ogni scusa diventa buona per screditare l’operato di un qualunque collega) eppure, gettando appena uno sguardo al di fuori di quella tranquilla e spaziosa casetta, potremo senz’altro notare quanto le cose non siano poi così diverse. Ed è proprio qui che entra in gioco la recente diatriba tra Damon Albarn e Taylor Swift. L’ex Blur, in un’intervista concessa al Los Angeles Times, ha voluto fare chiarezza riguardo al suo personale concetto di songwriting, utilizzando toni piuttosto aspri a riguardo e tirando in ballo artisti come Taylor Swift, fatto che ovviamente è stato capace di suscitare non poche critiche dalla diretta interessata e dai suoi più fidati collaboratori (Jack Antonoff e Aaron Dessner dei National).

A detta del cantante londinese, dunque, Swift non scriverebbe le sue canzoni e quando l’intervistatore si è sforzato di fargli notare il contrario – sottolineando la condizione di co-autrice della cantante – lo stesso ha replicato rimarcando l’abissale differenza che esiste tra il concetto di autore e quello di co-autore. Insomma, per il buon Damon uno come Dr. Dre – tanto per fare un esempio – non avrebbe mai dovuto pubblicare un disco con il suo nome. La reazione della Swift non si è fatta certo attendere, dedicando un intero tweet in risposta alle dichiarazioni del musicista: «Damon Albarn, ero una tua grande fan finché non ho letto questa cosa. Scrivo tutte le mie canzoni. La tua affermazione è completamente falsa e parecchio dannosa. Non ti devono per forza piacere le mie canzoni, ma cercare di screditare il mio lavoro è una merda». Il tutto suggellato da un secondo tweet, dalle sfumature decisamente più ironiche: «Nel caso te lo stia chiedendo, ho scritto questo tweet da sola». E di fronte alla totale insurrezione del popolo del web, il povero Albarn a sua volta non ha potuto fare altro che scusarsi con il seguente messaggio: «Sono d’accordo 100% con te. La mia chiacchierata sul songwriting è stata ridotta a materia da clickbait. Chiedo scusa senza riserve e incondizionatamente. L’ultima cosa che intendo fare è screditare il tuo songwriting. Spero tu capisca». Per fortuna nessun dissing e nessun beef sono in atto come per l’affaire Drake-Meek Mill-Pusha T, ma se non altro il dibattito rimane aperto tra chi si schiera a favore di una posizione e chi si schiera a favore dell’altra.

Lo stesso tema è stato ultimamente toccato anche in Italia da Salmo, il quale in una stories Instagram si è detto favorevole alla posizione espressa da Fedezdurante la discussa intervista a teatro di Esse Magazine con Antonio Dikele Distefano – sulla produzione di musica al fianco di un team di autori (al fianco quindi di un team di persone specializzate nella scrittura di un testo). Insomma, quanto è importante conoscere il vero autore di una canzone? È davvero così importante che l’autore debba a prescindere coincidere con l’interprete effettivo del brano? Dopotutto, non ci siamo sempre innamorati del risultato finale e dell’interpretazione con cui uno o più artisti decidono di plasmare il proprio brano? La coppia Lennon-McCartney è stata capace di regalarci molte delle canzoni più belle della storia della musica e proprio grazie ad un intenso lavoro di collaborazione; Still D.R.E. è stata praticamente scritta da Jay-Z e Snoop Dogg ed è comunque uno dei brani più iconici della storia dell’hip hop mondiale ancora oggi; Minuetto di Mia Martini è scritta da Franco Califano, così come Ghigo De Chiara e Maurizio Costanzo possono considerarsi autori del testo di Se telefonando di Mina. Allora, di fronte a queste evidenze, quanto peso possono effettivamente avere fenomeni come la co-autorialità ed il ghostwriting? E soprattutto, è davvero necessario parlarne ogni volta come se fosse la prima?