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Kanye West: i dieci momenti di “Jeen-Yuhs” che abbiamo adorato

Donda West

La presenza di Donda West corrisponde esattamente alla presenza di un angelo custode nella vita del produttore e rapper statunitense; una figura che sembra non scomparire mai veramente dalla narrazione visiva di Coodie, uno dei due registi di Jeen-Yuhs: A Kanye Trilogy. Il limpido rapporto che coesiste tra Kanye e sua madre – perfettamente raccontato dalla videocamera dell’amico – mette in luce la purezza di un ragazzo pieno di passione e sempre pronto a mettersi in gioco. Le parole di Mrs. West non sono mai casuali, anzi, spesso sono capaci di risuonare come una sorta di avvertimento, come se fosse perennemente conscia delle sorti del figlio (pensate alla metafora del gigante e dello specchio, ad esempio). Insomma, nella lunga trattazione della docu-serie targata Netflix il ritratto di Donda – unica persona in grado di guidare l’operato del figlio – è semplicemente immacolato e abilmente costruito sull’immagine (reale) della madre che tutti noi vorremmo.

La perseveranza di Kanye

Sin dai primi minuti di girato è possibile notare la costanza che caratterizza l’agire di Mr. West. La perseveranza, quindi, diventa la chiave necessaria al conseguimento di qualunque obiettivo. Nulla è più impossibile, tutto è improvvisamente raggiungibile. La magia di questa docu-serie sta tutta nella capacità di rappresentare l’infinita mole di ispirazione che una mentalità del genere può trasmettere. Perseveranza diventa sinonimo di Kanye West. Kanye West diventa sinonimo di perseveranza.

La spontaneità di Kanye

È a dir poco impossibile denunciare un solo momento di finzione nell’intera esistenza di Kanye West. La spontaneità con cui il rapper si pone nei confronti di qualunque evento, infatti, è semplicemente disarmante. Da notare – a questo proposito – tutte le riprese in cui Ye improvvisa intere strofe rappate davanti ad amici e colleghi, di gran lunga più vicine ad una vera e propria conversazione con Dio e con se stesso piuttosto che ad una normale strofa rap. D’altronde, sarà proprio la mancanza di una qualunque costruzione esteriore a costituire un perfetto rapporto croce-delizia, tipico del personaggio Kanye West.

La reazione di Pharrell Williams a Through The Wire

In altre parole, la reazione che tutti ci aspetteremmo dal nostro migliore amico di fronte alle nostre creazioni. Ma non solo la semplice reazione, bensì la bellissima lezione di vita poco dopo impartita da uno dei migliori produttori della sua generazione. In sintesi: uno dei momenti più iconici, didascalici e divertenti di Jeen-Yuhs: A Kanye Trilogy.

Gli ospiti

Da Jay-Z a Kid Cudi, da Puff Daddy a The Game, fino a John Legend e Jamie Foxx. Numerosi sono gli ospiti presenti all’interno della documentazione-serie, che permettono allo spettatore di sbirciare tra le interazioni di Kanye con le diverse personalità di spicco del mondo dello spettacolo a stelle e strisce. Un elemento essenziale per cercare di ricostruire il carattere e la personalità del rapper in situazioni di confronto con altri individui.

La listening session di The Life Of Pablo

La listening session di The Life Of Pablo è uno dei momenti più iconici della storia recente dell’hip hop (nella serie riportato alla memoria dalla preziosa videocamera di Coodie). Travis Scott, Kid Cudi, Pusha T, Big Sean, Asap Rocky furono fotografati all’evento della superstar in quel momento più importante del genere. Poi c’è il bellissimo abbraccio tra West e Cudi, che avrà sicuramente fatto scendere una lacrima sul viso dei milioni di fans ancora scossi dalla tragica rottura tra i due avvenuta proprio in queste ultime settimane. State pure tranquilli, non siete soli.

L’evoluzione del rapporto tra Coodie e West

La sincerità con cui viene raccontato il rapporto tra il regista di Jeen-Yuhs: A Kanye Trilogy e il suo protagonista è sicuramente uno dei tratti in cui lo spettatore può immedesimarsi meglio. Quello che viene raccontato è in fin dei conti il complesso rapporto che può legare due normalissimi amici. Un rapporto inevitabilmente segnato dai diversi eventi che avrebbero finito per incidere sulle vite dei due compagni, causando allontanamenti, incomprensioni ma anche piacevoli riavvicinamenti.

L’evoluzione artistica e personale di Kanye

Non si può non notare la trasformazione di Ye sin dai primi minuti di Jeen-Yuhs: A Kanye Trilogy, la cui narrazione culminerà con i ben noti problemi di sanità mentale. D’altronde ciò era inevitabile: tra l’incidente che mise a repentaglio la sua vita e la perdita della madre, West ha certamente faticato a ritrovare un proprio equilibrio personale. Ed è proprio qui che la parabola di un dio umano avrà inizio: da queste autentiche tragedie il Nostro riuscirà a trarne un’enorme quantità di ispirazione artistica, che gli permetterà a sua volta di creare autentici capolavori sonori. Un’impresa tutt’altro che semplice.

Le recording sessions di The College Dropout, Kids See Ghosts e Jesus Is King

Ogni amante della musica che si rispetti non può non desiderare di conoscere i processi che sono alla base dei migliori dischi, ma soprattutto non può sottrarsi al loro fascino. E le recording sessions di questi tre album del rapper e produttore statunitense non fanno certo eccezione. Poter assistere a piccoli frammenti del processo creativo che è stato alla base di alcuni dei suoi migliori progetti non può che essere una fortuna inestimabile. Un autentico privilegio da non dare per scontato.

I frammenti dedicati alla vita di Coodie

Non potevano (e non dovevano) mancare spezzoni dedicati alla vita personale del regista e amico del rapper, quasi lasciati ai margini della pellicola. Il contrasto tra le rispettive vite che vengono raccontate, in realtà, non fa altro che evidenziare l’enorme differenza che sta alla base di queste due personalità: quella di Coodie e quella di West. Due personalità profondamente diverse ma altrettanto intrecciate tra loro. Ed è forse questo uno degli aspetti più affascinanti di Jeen-Yuhs: A Kanye Trilogy.