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Non si può rimanere indifferenti di fronte al pop di Shari

Mentre accendo il computer per collegarmi con Shari, mi fermo un attimo a riflettere su come certe strade sembrino destinate ad essere intraprese per una strana coincidenza di eventi e volontà al di sopra della semplice comprensione umana. Come nel caso dell’artista classe 2002, che sin dai suoi sette anni ha costruito gradualmente un rapporto piuttosto solido con la musica – in particolare con il pianoforte, primo strumento ad assecondare il suo incalzante talento artistico, ma soprattutto vocale. Un talento che anno dopo anno cresce e divampa con l’ausilio di un ascolto meticoloso e appassionato di artisti e generi che a poco a poco entrano a far parte di una lunga serie di influenze che finirà per comporne la musica. «Per trovare ispirazione tendo ad ascoltare ogni settimana un genere diverso, si tratta di un continuo studio per me», mi confessa.

Parlando di nomi importanti quali Amy Winehouse, Ms. Lauryn Hill, Drake, 6LACK e Rihanna – quest’ultima ritenuta una vera e propria dea ai suoi occhi – Shari mi racconta di quanto sia importante riconoscere la ricerca musicale come un passaggio fondamentale all’interno del suo singolare processo creativo, quasi come se la musica di un qualunque artista – a partire da minuzie quali stile, genere, intonazione – possa in qualche modo confluire all’interno dei propri lavori, rendendosi sempre disponibile ad influenze di qualsiasi genere. Poi, con l’entusiasmo di cui ogni artista emergente dovrebbe essere dotato, mi racconta della collaborazione da 8 milioni di streams su Spotify con Salmo, che le ha permesso di arrivare al grande pubblico. «Gli ho fatto ascoltare una decina di brani che tenevo da parte, L’angelo caduto è quello da cui è rimasto maggiormente colpito. Talmente tanto da far sorgere la collaborazione e il rapporto che tuttora abbiamo». Da quel momento la sua carriera ha iniziato a costruirsi un tassello alla volta, con il rilascio di singoli che indubbiamente funzionano: Follia, prodotta proprio dal rapper sardo, No One Else, in compagnia del side project dello stesso, Dj Treeplo, Un altro giro e la recente Lo detesto.

«ll giorno in cui ho scritto Lo detesto stavo con mia sorella, la quale avrebbe dovuto registrare una serie di suoni con cui comporre una base per un corso universitario. Così abbiamo iniziato a registrare suoni di padelle, alberi, di tutto. Il risultato mi è piaciuto talmente tanto che ho deciso di tenere la base per me e di trasformarla in una canzone». Solitamente però i suoi brani tendono a nascere in studio, in hangover (per i profani, dopo aver smaltito le peggiori sbornie) o mentre si trova immersa nella natura, magari nel giardino di casa in compagnia del cane – di cui ho dimenticato di chiederle il nome. Ma quando le chiedo, invece, di spiegarmi il fine della sua arte, l’obiettivo finale di quest’interessante percorso sul quale dichiara di concentrare la totalità delle proprie energie, Shari non ha dubbi: «Voglio distruggere il cervello a quante più persone possibile». Senza mezzi termini, pronta a stabilire un dialogo senza inibizioni con il mondo, e con la fame che (forse) dovrebbe contraddistinguere ogni spirito giovanile degno di questo nome.