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Liam Gallagher non ha intenzione di allontanarsi dagli Oasis

Ne La Valle Dell’Eden, passato alla storia come primo film di James Dean in un ruolo protagonista, si assiste alla rivalità tra fratelli non solo in relazione alle tematiche famigliari ma anche in ambito sentimentale: proprio come Caleb e Aron, Liam e Noel Gallagher sono sempre lì a contendersi la Abra della situazione, ovvero la musica. I loro nomi sono perennemente associati, sembra quasi impossibile parlare unicamente di uno dei due e questo perché la necessità di fare arte è della stessa intensità da entrambe le parti. Ad ogni modo, se Noel è l’Aron del britpop e apparentemente il figlio prediletto, pronto a prendere le distanze dai suoni che hanno formato e definito gli anni Novanta per evolvere, esplorare e sperimentare nuovi universi musicali, Liam è il Caleb che vuole riparare quel che i due ancora si ostinano a rendere irreparabile, e decide di farlo da sé nel suo ultimo album C’mon You Know, il terzo del suo progetto solista dopo As You Were e Why Me, Why Not?.

Liam rimane fedele a sé stesso e al progetto a cui ha dato vita assieme al fratello, incarna perfettamente l’anima degli Oasis e non ha la minima intenzione di spostarsi da lì, perché è risaputo che è lì che vorrebbe tornare. È come se ti dicesse «ecco come suoneremmo se mettessimo tutto a posto, io ci sto», come se niente fosse cambiato. More Power è la traccia di apertura del disco: i cori iniziali rimandano all’intro di You Can’t Always Get What You Want dei Rolling Stones, titolo azzeccatissimo per il contesto e concetto che lo stesso Liam riprende nel testo. “I’ll admit that I was angry for too long, how I wish I had more power/If you want to keep the things you love, then you’d better learn to kneel”: sincero e diretto, sembra davvero esser pronto a fare un passo indietro e scrivere nuove pagine della vecchia storia ma con gli stessi riferimenti di sempre: le chitarre ispirate ai Beatles, i ritornelli pop coinvolgenti e la voglia di vivere e volare delle star rock & roll. Scorrendo l’ascolto, ad attirare l’attenzione dopo le ballad Too Good For Giving Up e It Was Not Meant To Be è il singolo Everything’s Electric uscito ad inizio anno, che vanta la partecipazione di Dave Grohl nel processo di scrittura del testo e dietro le pelli della batteria. Seconda collaborazione in ordine di tracklist è Moscow Rules con Erza Koenig dei Vampire Weekend.

La seconda parte del disco offre l’illusione di ascoltare sonorità a tratti diverse rispetto a quelle proposte finora: Liam azzarda un ritmo reggae nella provocatoria I’m Free per poi concludere l’album tornando al tema della rivalità fraterna e alla vecchia scuola Lennon-McCartney con l’ultima Wave. L’effetto nostalgia, se considerato come pura strategia di marketing, risulta vincente ma solo in maniera involontaria: Liam continua a cantare questa musica semplicemente perché il suono che più lo rappresenta fa esattamente così. Insomma, C’mon You Know è esattamente quel che ti vuoi sentir dire: il sogno non è finito, siamo tutti un po’ nostalgici, quanto a lungo possiamo illuderci? Perché non ricominciare davvero? Tanto funziona, eccome se funziona. Dai che lo sai.