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E se i tormentoni estivi di quest’anno non fossero poi così male?

Mentre siamo tutti storditi dalla miriade di concerti, festival ed eventi vari che costellano le line up in tutto lo stivale, qualcosa nell’aria – o forse è il caso di dire on air – è cambiato. Provate ad accendere la radio e a fare un po’ di zapping cercando un ritmo pseudo latino o un reggaeton. Poca roba, vero? Forse si è finalmente compiuto il miracolo per il quale ho pregato per anni. Forse siamo usciti dall’infido tunnel dei tormentoni estivi sempre uguali, tutti scritti con la stessa formula a tavolino e, il più delle volte, dai medesimi autori. Sostanzialmente questi brani sono l’escamotage più indolore per scalare le classifiche estive senza fare i conti con chissà quale sofisticazione compositiva o interpretativa. Lo scotto? Senz’altro l’accettazione da parte di tutti (autori e fruitori) che questo incantesimo degno della miglior Cenerentola finirà nel dimenticatoio tutt’al più per metà settembre. Per quanto io possa sperare nel fatto che siano state le mie preghiere a compiere il miracolo, non penso proprio che le cose stiano così. Piuttosto credo ci siano state delle variabili che hanno spostato il percorso standard degli artisti, i quali si sono trovati costretti a tracciare una strada diversa, modificando conseguentemente il trend degli ascolti. 
“È stato il luglio più caldo della mia vita, l’estate passa, in fondo son contento sia finita”, direbbe Cosmo.

Non è ancora finita in realtà, ma possiamo già tirare le somme guardando le classifiche AirPlay, in particolare le prime cinque posizioni: in testa svetta incontrastato il trio Fedez-Tananai-Sattei con La dolce vita. Il brano del trio è molto interessante, scritto da Fedez col dichiarato intento di bissare il successo di Mille dello scorso anno. La sonorità in effetti gli somiglia parecchio ma la mission era senz’altro quella di produrre un brano fresco e divertente. In realtà ci è riuscito. Non sarà originalissimo – ricorda spudoratamente Un’estate al mare della Russo, pietra miliare e marchio registrato degli anni Ottanta nostrani – ma tutto sommato funziona benissimo. Seguono i Pinguini Tattici Nucleari con la loro Giovani Wannabe. Altro brano fresco, in pieno stile della band, non scritto per diventare un tormentone estivo ma che sulla scia del loro attuale successo anche live ha fatto centro. Un pezzo meno ricercato, ma d’altronde non si può andare in trattoria e lamentarsi per la fattura dei cucchiaini da dessert. È già tanto se ce li trovate. Poi c’è Elodie con Tribale. Un brano pop corredato ben due videoclip di cui uno ultra brandizzato (da Tommy Hilfiger). Pezzo senza infamia e senza lode, con qualche tamburo vagamente etnico nel ritornello, che mette in evidenza il talento poliedrico della cantante romana, sia nel canto che nel ballo. Tra i più trasmessi ci sono anche i Black Eyed Peas con Shakira e David Guetta con un divertente brano dance che si intitola Don’t You Worry. Anche questo non esattamente originale, ma decisamente perfetto per essere ballato.

Infine troviamo anche Elisa che, in coppia con Matilda De Angelis, canta Litoranea (la mia preferita dell’estate, lo ammetto). Pezzo molto curato ma al contempo leggero, che ti dà realmente la percezione di esserci, sulla litoranea. Da citare anche i pezzi di Jovanotti e Sixpm (I Love You Baby), Blanco (Nostalgia), Franco126 con Loredana Bertè (Mare malinconia) e Takagi & Ketra con thaSupreme e Salmo (Bubble). Per trovare i Boomdabash, autentiche macchine da guerra quando si tratta di tormentoni, quest’anno bisogna invece scendere ai piani bassi delle classifiche. E non c’è traccia delle varie Giusy Ferreri, Baby K, Ana Mena o altri correlati che hanno letteralmente invaso le classifiche delle recenti estati. Siamo davvero arrivati al punto in cui l’ascoltatore medio si è stancato della musica mordi e fuggi e preferisce ascoltare qualcosa che abbia una qualità diversa, che non sia semplicemente e sfacciatamente scritta e prodotta per essere solo usa e getta? Potrebbe anche essere che questa strada parta dalle ultime edizioni del Festival di Sanremo che, piaccia o no, hanno tirato una linea e rappresentato un vero e proprio spartiacque per alcuni degli artisti che stanno in testa all’attuale classifica EarOne. Ho sempre pensato che scrivere brani strutturandoli in modo che al pubblico piacciano inequivocabilmente e che possano quindi entrare nella testa delle persone ed in vetta alle classifiche sia un mestiere molto difficile, e quasi mai nobile.

Pensare all’arrivo, progettando le tappe, senza poi godersi la magia degli imprevisti di un viaggio in macchina, dovrebbe essere un reato, non trovate? Ci sono strade di campagna e strade dal tragitto lineare, alcune sterrate e altre ben asfaltate, ma attenzione che spesso le meno fotogeniche possono dare molta più soddisfazione e, soprattutto, lasciare una traccia tangibile nella mente delle persone per lungo tempo. Forse vale la pena tentare, se ci si vuol definire artisti, altrimenti è facile che tali definizioni riguardino altri, e che quello del tormentone estivo sia solo un passatempo per mestieranti golosi di royalties. Sia chiaro: pecunia non olet, ma ciò che dovrebbe smuovere uno spirito creativo non dovrebbe aver a che fare con gli zeri su un conto. Per questo, e per altri cento motivi – che capiremo solo ascoltando ancora e ancora queste hit nelle filodiffusioni dei centri commerciali – la torrida estate 2022 profuma di futuro. E, una volta tanto, essere avanguardisti in questo Paese non par essere solo un bieco esercizio di stile.