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Lauren Spencer Smith è la nuova star del pop di cui sentiremo parlare 

La sua “Fingers Crossed” ha totalizzato oltre 30 milioni di ascolti ancor prima che venisse rilasciata, e ora con “Mirror” Lauren Spencer Smith si vuole prendere il pop

Con oltre un miliardo di streaming a livello globale, Lauren Spencer Smith è la nuova star del pop di cui sentiremo parlare nei prossimi anni. Il suo album di debutto, Mirror, è uscito lo scorso luglio per Republic Records ed è stato il frutto di un lungo processo creativo, nato concretamente tra le mura dello studio di registrazione dove le canzoni che lo compongono hanno preso vita. «Ho amato lavorare a questi brani e non sapere se i miei fan li avrebbero amati allo stesso modo è stata sicuramente la mia più grande paura durante la stesura del disco. Ho vissuto tante nottate all’insegna delle risate, del divertimento e del caos», mi racconta alla vigilia del suo primo concerto italiano, stasera al Gate di Milano. Lauren appartiene a quel filone di giovanissimi talenti che hanno trovato in TikTok la loro personale gallina dalle uova d’oro. Ed è proprio attraverso il social cinese – che a breve lancerà il servizio di streaming musicale TikTok Music – che l’artista canadese è diventata virale con Fingers Crossed, un singolo da oltre trenta milioni di ascolti ancor prima che venisse rilasciato ufficialmente sulle piattaforme digitali.

Poco importa che Lauren Spencer Smith avesse partecipato al talent show American Idol nel 2020 e che questo le avesse permesso di lavorare a due EP acustici, Unplugged Vol. 1 & 2. Ormai la consacrazione artistica dei talenti della Generazione Z passa soprattutto attraverso quei contenuti che possono essere consumati con estrema rapidità e che finiscono per avere un impatto travolgente sull’intera filiera produttiva dell’industria musicale. Quando le chiedo se abbia mai messo in discussione il ruolo di TikTok nella definizione della sua carriera, la sua risposta è sincera e trasparente tanto quanto riesce ad esserlo nella musica: «Credo che stia avendo (TikTok ndr.) un ruolo fondamentale nel far emergere gli artisti. Quando si commercializza un artista a qualsiasi livello, le cosiddette social platforms rivestono un ruolo importante. Non mi sono mai chiesta il perché, ma ho sempre saputo che per essere nel settore musicale in questo momento, avrei dovuto trovarmi anche su TikTok». Se il 2022 è stato un anno di grandi cambiamenti per Lauren Spencer Smith, il 2023 l’ha vista lanciarsi in pista con Mirror, un debut album che racconta gli alti e i bassi dei rapporti interpersonali e le mille sfumature dell’amore: la nascita di un sentimento puro (That Part), la conclusione di un legame (Best Friend Breakup), la tossicità che caratterizza alcune relazioni (Fantasy) e la maturità che ne consegue (Bigger Person).

«Il processo di Mirror è stato molto divertente e contemporaneamente parecchio stressante. Ho lavorato insieme ai miei amici più stretti e alle persone a cui tengo di più, perciò è stata un’esperienza veramente incredibile riuscire a collaborare, studiare e apprendere dai miei co-autori», mi dice. Nel progetto trovano spazio anche le colleghe Gayle e Em Beihold, che duettano con Lauren proprio in Fantasy: «Ho mandato la traccia a Gayle e Em un paio di mesi dopo aver scritto la versione originale del pezzo. Sono state entusiaste al pensiero di essere coinvolgere nell’album, così siamo tornate in studio per scrivere le loro parti e registrare le loro voci». Non lasciatevi ingannare da chi pensa che Lauren Spencer Smith sia solo una sad girl, al contrario di quanto è stato scritto sui media. Quando le chiedo quanto possa essere difficile definire sé stessi e la propria arte nel momento in cui si cade nelle trappole degli stereotipi, mi fa capire che i suoi timori in proposito siano completamente inesistenti. «Mi piace essere conosciuta come l’artista che le persone possono ascoltare per superare un’esperienza triste o dolorosa. Molta della mia musica è sostanzialmente triste, perciò chiunque provi queste emozioni può sicuramente immedesimarsi o riconoscersi in essa».