Fra diventare un prete o un mafioso, Martin from Little Italy ha scelto la telecamera, il solo modo per il piccolo ragazzo asmatico ed emarginato di far sentire al mondo la propria voce. Una scelta vincente dato che già negli anni Settanta egli diventò per tutti il grande Scorsese. Il regista non dimenticherà però mai le proprie origini, tant’è che la sua vasta produzione cinematografica è un lungo e delicato omaggio a quella New York tanto amata che, seppur torbida o criminale, lo ha cresciuto e svezzato. Due sono i film che il regista ammira più di tutti: 2001: Odissea nello spazio e 8½, dei maestri Kubrick e Fellini. Oggi sono in tanti i registi in erba che potrebbero rispondere alla stessa domanda citando proprio le pellicole del piccolo – ormai solo di statura – Scorsese.
26. Chi sta bussando alla mia porta
Il primo tentativo, in bianco e nero, di un Martin Scorsese venticinquenne è una pellicola semi-sconosciuta nella quale i protagonisti sono tre italoamericani che trascorrono le loro giornate tra bar e prostitute. Il più famoso di loro è interpretato da un giovanissimo – anche lui – Harvey Keitel, un attore che ritornerà molteplici volte nella carriera del regista newyorkese.
25. America 1929 – Sterminateli senza pietà
Alla ricerca di un modo per non sentire la Grande depressione, la diciottenne orfana Bertha vaga per l’America. Questa la trama della seconda opera di Scorsese dietro alla cinepresa. Un film che parla del ’29, ma strizza l’occhio al Sessantotto con Barbara Hershey e David Carradine – il Bill di Kill Bill.
24. Al di là della vita
Nella New York sporca dei miserabili e dei disperati – meno riuscita di quella ammirata in Taxi Driver vent’anni prima – va in scena la morte e la resurrezione spirituale del paramedico Frank Pierce (Nicolas Cage). Tutto comincia ad andare a rotoli dopo la morte di Rose, una ragazza che egli ha soccorso non riuscendo però a salvare. Fra insonnia ed inquietanti visioni egli precipiterà in un oscuro Purgatorio. Sarà un altro paziente malato a permettergli di squarciare le sue tenebre e donargli un po’ di luce.
23. Kundun
La biografia del XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso, in una pellicola intrisa di spiritualità Buddhista. I segni della reincarnazione del Buddha della Compassione saranno scorti in un bambino di due anni e mezzo proveniente da una povera famiglia tibetana. Una biografia accurata e ben realizzata, ma priva di slanci.
22. New York, New York
La strana coppia formata da Liza Minnelli e Robert De Niro è protagonista del divertente musical che si sviluppa mentre gli Stati Uniti festeggiano la resa giapponese. Il sax dell’insopportabile sciupa donne Jimmy finirà per incrociare la splendida voce di Francine: un incontro/scontro dal sapore dolceamaro fra due mondi molto diversi.
21. Silence
Un cast d’eccezione e un’ambientazione in terre lontante per il titolo più underground fra quelli del XXI secolo del celeberrimo regista newyorkese. È il XVII secolo e nel Giappone dei Tokugawa i cristiani stanno subendo terribili persecuzioni; è in questo fosco affresco che si muovono tre gesuiti interpretati da Andrew Garfield, Adam Driver e Liam Neeson. Un film ambizioso che indaga la sottile linea che intercorre tra fede e colonialismo. Un insuccesso commerciale capace comunque di portare a casa una statuetta.
20. L’ultima tentazione di Cristo
Dall’omonimo e molto contestato romanzo di Kazantzakis, Scorsese traspone il suo kolossal biblico che propone un inconsueto ritratto di Gesù, interpretato da Willem Defoe. Quello di un uomo dubitabondo e che percepisce come persecutorio il proprio rapporto con l’Eterno. Più che rivedibile Hervey Keitel nei panni di Giuda, superbe invece le musiche di Peter Gabriel.
19. L’età dell’innocenza
Un’inconsueta Grande Mela del XIX secolo è la protagonista della pellicola, insieme al Premio Oscar Daniel Day Lewis. Newland Archer è un avvocato dell’alta classe newyorkese che si innamora di un’affascinante contessa, cugina della sua promessa sposa, appena rientrata dall’Europa dopo la turbolenta e scandalosa fine del proprio matrimonio. Una pellicola sentimentale abbastanza rara nella filmografia di Scorsese, che vede Wynona Ryder e Michelle Pfeiffer contendersi il cuore di Archer.
18. Cape Fear – Il promontorio della paura
Thriller hitchcockiano negli effetti, musiche e immagini, ben lontano dai canoni stilistici del regista italoamericano. Gli attori del film originale del 1962, Gregory Peck e Robert Mitchum, ritornano in parti secondarie, ma la stella è Robert De Niro, negli iconici panni di Max Cady, implacabile killer solo all’apparenza docile e deciso a tutto per perseguitare l’avvocato che anni prima lo aveva fatto condannare.
17. Alice non abita più qui
Esperimento che passa in rassegna tutti i generi della Hollywood classica: commedia, musical e dramma. Le difficoltà di una donna single sono al centro di una pellicola toccante che, senza troppi fronzoli, descrive quanto difficile possa essere la vita di una madre. La protagonista Ellen Burstyn è anche l’Oscar per la miglior attrice.
16. Il colore dei soldi
Un grande Paul Newman, Oscar al miglior attore protagonista, è il mentore di un giovane ed esuberante Tom Cruise. Al centro della loro relazione allievo-maestro vi sono nove palle e una stecca, per il secondo film dedicato al biliardo con la leggenda di Hollywood. Newman, venticinque anni prima, era stato infatti anche il protagonista de Lo Spaccone, pellicola della quale Scorsese prosegue la storia cinematografica.
15. Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno
Nel suo terzo lungometraggio – quello che gli donerà la notorietà – il giovane Scorsese già propone la sua visione del mondo della criminalità organizzata. Una visione che prende spunto da quello che il piccolo Martin, asmatico ed emarginato, riusciva a spiare dalla sua finestra affacciata su Elizabeth Street, nel quartiere newyorchese di Little Italy. La pellicola segna la prima tappa della lunga e storica collaborazione che lega il regista all’amato De Niro, alias lo sbandato Johnny Boy, migliore amico di un magistrale Harvey Keitel (Charlie Cappa), protagonista della pellicola.
14. The Irishman
La nostalgica pellicola sulla mafia è per Scorsese oltre che un’occasione per omaggiare quel filone cinematografico che tanto ha contribuito alla sua fama come regista, anche l’opportunità di riunire – più di dieci anni dopo l’ultima volta – due icone del grande schermo come De Niro e Pacino. Un lungo e doloroso commiato per palati fini.
13. Fuori orario
L’odissea notturna di Paul (Griffin Dunne) è la protagonista di una pellicola vorticosamente ansiogena dove fra taxi, bar, locali notturni e strane ragazze, va componendosi un complicato puzzle che, una volta composto, vedrà il protagonista finire per essere inseguito da una folla inferocita. È il primo film di Scorsese dopo parecchi anni a non includere Robert De Niro nel cast, ma soprattutto il film che, a causa dell’insuccesso commerciale di Re per una notte, costrinse il regista ad avvalersi di una produzione indipendente.
12. The Aviator
Un uomo istrionico, imprenditore, regista, aviatore e produttore cinematografico paralizzato da un nemico invisibile: la paura patologica verso germi e batteri. Di questo narra la pellicola monografica dedicata ad Howard Hughes, interpretato da un brillante Leonardo DiCaprio. Ad esso aggiungete una Cate Blanchett alla Katharine Hepburn ed un effetto visivo che emula i primi bipack a colori. Otterrete tutti quei pregiati ingredienti che hanno portato The Aviator a collezionare ben 11 nominations agli Oscar.
11. Hugo Cabret
5 Oscar per la pellicola con Asa Butterfield e Ben Kingsley. Parigi, 1931: un orfanello, alle prese con un automa da ricostruire, incontra un misterioso illusionista. È solo l’inizio della romantica storia del piccolo Hugo Cabret, il presupposto per un commovente e delicato omaggio agli albori del cinema e alla figura troppo spesso dimenticata di George Melies. Un film sospeso fra realtà e finzione, in un mondo di ingranaggi, sogni ed orologi.
10. Gangs of New York
Dopo L’età dell’innocenza, il regista torna a scavare molto all’indietro nella storia della sua New York, fermando l’orologio al 1846, anno nel quale il degradato quartiere dei Five Points è teatro di violente lotte tra bande criminali pronte a tutto per assicurarsi il dominio del territorio. Ai Nativi anglosassoni e protestanti guidati dal terribile William Cutting, per tutti Bill il Macellaio – interpretato da un iconico Daniel Day Lewis baffuto – si oppongono i Conigli Morti irlandesi guidati da Amsterdam Vallon (un giovane DiCaprio). Una straziante quanto sanguinosa storia di vendetta girata interamente negli studi di Cinecittà.
9. Shutter Island
Un finale sospeso è il tratto distintivo di questa pellicola che affianca all’ormai affermato DiCaprio le belle interpretazioni di Ben Kingsley e Mark Ruffalo. Ospedali psichiatrici, psicofarmaci ed una burrascosa isola misteriosa sono gli ingredienti di un thriller che si colloca a metà strada fra Inception e Chinatown.
8. The Wolf of Wall Street
DiCaprio al suo massimo, per un film che in nemmeno dieci anni è già considerato un cult. «Vendimi questa penna», Matthew McConaughey che fa training autogeno battendosi il pugno sul petto, Margot Robbie vestita di rosa che respinge con il tacco la testa di Belfort. Tutte istantanee di una pellicola che, tra donne e fiumi di alcol e di polvere bianca, indaga la New York della finanza negli anni Ottanta.
7. Killers of the Flower Moon
L’ultimo lavoro in ordine di tempo è una crime story che galleggia tra contemporaneità e Frontiera. La cornice storica è quella di uno dei momenti più bui nella storia dei nativi americani, un arco temporale che il maestro from little italy affresca descrivendo quei demoni che, allora come oggi, annebbiano la mente degli uomini. Ernest Burkhart (Leonardo Di Caprio) e William “King” Hale (Robert De Niro) sono due straordinari volti di quella banalità del male che – come la definirebbe Annah Arendt – sembra tingere di scure fosche ogni azione umana. Un nero che non a caso è lo stesso colore di quell’oro che proprio in quegli anni si andava affermando come principale motore economico del mondo.
6. Re per una notte
Il grande De Niro veste i panni di uno squattrinato trentaquattrenne aspirante cabarettista ossessionato dalla figura di Jerry Langford, noto comico e presentatore, interpretato dalla leggenda della risata Jerry Lewis. I toni da commmedia sfociano però progressivamente nel dramma con il passare dei minuti, quando il torbido piano porterà il problematico sconosciuto a diventare Re per una notte. Il film che ha ispirato il brillante Joker di Todd Philips è una sensazionale parabola sulle mitizzazioni che il mezzo televisivo ha imposto alla nostra società; una meravigliosa satira che graffia e fa riflettere.
5. Casinò
L’ascesa e il declino delle fortune delle famiglie mafiose nella Città del Peccato sono mostrate attraverso le dettagliate vicende personali di Sam “Asso” Rothstein, Ginger McKenna e Nicky Santoro. Un parterre de roi che risponde ai nomi di Robert De Niro, Sharon Stone e Joe Pesci. Prima che le multinazionali finissero per fagocitare ogni cosa, sono le spietate regole delle Famiglie a gestire l’intrattenimento a Las Vegas; legge alla quale non può sottrarsi nemmeno il Tangiers Casinò di “Ace” Rothstein. Casinò è per molti la degna conclusione di una trilogia sulla mafia luga vent’anni, apertasi con Mean Streets e proseguita con Quei bravi ragazzi.
4. The Departed – Il bene e il male
Niente Robert De Niro e niente New York, quasi uno shock per il regista di Little Italy. Saranno Boston e le celtiche note dei Dropkick Murphys (I’m Shipping Up to Boston) a fare da sfondo alle vicende di Colin Sullivan (Matt Damon) e Billy Costigan (Leonardo DiCaprio): rispettivamente il bene e il male o il male e il bene. A svettare nella pellicola è soprattutto il mefistofelico boss malavitoso Frank Costello, interpretato da un grande Jack Nicholson. La brutale e nichilista pellicola di Scorsese è anche l’unica della sua carriera a valergli l’agognato Oscar per la miglior regia.
3. Toro scatenato
Ancora un monologo di fronte allo specchio – quattro anni dopo Taxi Driver – per De Niro, alias il pugile italoamericano Jake LaMotta. Il ritratto a due colori del Toro del Bronx firmato da Scorsese promuove una delle più grandi prove attoriali di tutti i tempi, quella di un De Niro sospeso fra un giovane ed esuberante pugile ed un Jake ingrassato e trasfigurato che, ormai in pensione, recita insicuro in camerino il suo monologo. Molto più di una semplice biografia sportiva, ricompensata infatti con l’Oscar al miglior attore protagonista.
2. Quei bravi ragazzi
Si potrebbe efficacemente riassumerlo come il film definitivo sulla mafia di Martin Scorsese. Il lungo piano-sequenza dell’ingresso al Copacabana, il celebre e ripetuto «Buffo come?», le interpretazioni eccezionali di Ray Liotta, Joe Pesci e Robert De Niro, contribuiscono a creare quello che per il noto critico cinematografico Roger Ebert è il miglior film della storia sul crimine organizzato.
1. Taxi Driver
Una sola battuta, «You talkin’to me?», recitata davanti allo specchio da un spiritato Travis Bickle – alias De Niro – è la magistrale pennellata del più noto e riuscito affresco che Martin Scorsese ha dedicato alla sua New York, ancora una volta notturna, vestita solo di luci e umili personaggi. Uno di questi è proprio il protagonista, un tassista ex reduce del Vietnam e signor nessuno che pian piano si convince di essere il giustiziere della notte, di cui la città malata ha disperato bisogno. Il celebre soliloquio è stato totalmente improvvisato dal grande attore-feticcio di Scorsese; sul copione infatti quest’ultimo trovò scritto solo «Travis parla a se stesso allo specchio».