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A Noel Gallagher piace cambiare

Noel Gallagher, foto di Mitch Ikeda

Noel Gallagher ha pubblicato This Is The Place, secondo dei tre EP annunciati entro la fine dell’anno (il primo, Black Star Dancing, è stato pubblicato lo scorso maggio). Il disco, oltre alla title track, contiene altri due brani, A Dream Is All I Need To Get By e Evil Flower, più due remix. Qualche mese fa vi avevamo già parlato di This Is The Place, di quanto il sound, a detta dello stesso Noel, sarebbe stato molto più aderente ai dettami tipicamente mancuniani (Stone Roses e The Smiths). Di fatti se This Is The Place ricorda, nebulosamente, gli Stone Roses di Beggin’ You, la morbida e sfumata A Dream Is All I Need To Get By si avvicina alla band di Johnny Marr & Co. Lo stesso Noel, aveva detto: «Alle mie orecchie questo brano suona come uno degli iconici b-side degli Smiths. Quando una canzone nasce velocemente, come in questo caso, è sempre un buon segno, come se fosse sempre esistita, da qualche parte a Manchester probabilmente». Evil Flower, invece, ha un piglio decisamente più rock rispetto alle ultime uscite del cantautore di Manchester: un riff ripetitivo e graffiante si dipana quasi lungo tutta la durata del pezzo. Non mancano, ovviamente, virate psichedeliche. Al netto di tutto, anche questo lavoro, buono, segna un’ulteriore tappa nel processo di metamorfosi stilistica del buon vecchio Noel Gallagher, sempre più a suo agio nel mondo della psichedelia e della sperimentazione. Produzione di altissimo livello. Adesso la parola passa ai fan, sempre più tiepidi e critici nel recepire gli ultimi lavori di The Chief, intenti a mitizzare Ourkid che, poco meno di una settimana fa, pubblicava il suo secondo lavoro solista Why Me? Why Not (già primo in classifica).