In attesa di ascoltare il nuovo album, Notes On A Conditional Form, in uscita a febbraio, i The 1975 hanno pubblicato Frail State Of Mind. Singolo dopo singolo è sempre più chiara l’impronta che la band vuole dare al nuovo lavoro in studio: sarà un album cupo, ribelle, arrabbiato, concentrato sulla società contemporanea e gli aspetti che la riguardano. Dopo il singolo People, che aveva strizzato l’occhio al punk degli anni settanta, Frail State Of Mind è giunto del tutto inaspettato; siamo di fronte ad un pezzo pop, pieno di batteria, ritmo e distorsioni, con una produzione più importante e la voce di Matthew Healy molto più quieta. La canzone parla dell’ansia che attanaglia la società moderna e chiunque ne faccia parte: gli obblighi sociali, la connessione perenne e inevitabile con l’esterno, la famosissima fear of missing out e il bisogno di scusarci continuamente per non avere voglia di uscire, di stare tra le persone e di avere questo stato mentale fragile. Insomma, i The 1975 confermano di essere una band istrionica, pronta a sperimentare coi generi e se People aveva entusiasmato per l’aggressività – sia sonora che di contenuto – e The 1975 (più che una canzone, un monologo di Greta Thunberg) per la posizione presa dalla band, Frail State Of Mind risulta più tiepida: un prodotto confezionato alla perfezione per piacere, con un testo in cui chiunque può riconoscersi ma comunque meno potente ed originale dei singoli che l’hanno preceduto.
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