dark mode light mode Search Menu
Search

Da Juice Wrld a XXXTentacion: il club dei 21 e la musica che uccide

Quello di ieri è stato un giorno tristissimo per il mondo della musica: il giovane rapper Juice Wrld è deceduto a causa di un attacco epilettico nell’aeroporto di Boston. Perdiamo così, dopo Lil Peep ed XXXTentacion, anche la terza colonna portante della musica contemporanea più underground d’America, ossia un mix di trap e grunge rock, quest’ultimo, ahimè, con cui purtroppo i rapper non condividono solo sound o mood, ma anche un destino drammatico. È quasi come se vi fosse una maledizione incastonata in quegli accordi languidi e malinconici. Come Kurt Cobain prima di loro, anche le tre black souls dell’emo-trap se ne vanno in modo tragico in giovane età. Ironia della sorte, proprio in ricordo dei due artisti sopracitati lo stesso Juice Wrld aveva pubblicato un tributo dal titolo Too Soon. Ora purtroppo anche il suo nome si unisce a quelli dei talenti scomparsi prematuramente.

Nell’epoca delle grandi occasioni, delle pari opportunità e dell’interconnessione par essere la capacità di stare al mondo in modo confortevole a venire meno. Jarad Anthony Higgins (questo il nome di battesimo di Juice Wrld) infatti, faceva uso di sostanze stupefacenti e psicofarmaci dall’adolescenza. Adolescenza che comunque, a onor del vero, non gli aveva affatto sorriso: i genitori divorziarono quando il piccolo Jarad aveva solo tre anni. Lo stereotipo della rockstar costruito nei settanta e replicato in modo massivo, seriale e a regola d’arte fino ai giorni d’oggi, miete così l’ennesima vittima; colpa di uno stile di vita sregolato che revoca, anzi rifiuta categoricamente, ogni legge morale e si vota in toto al dogma sex, drugs and rock & Roll.

Juice, nato musicalmente su SoundCloud lascia milioni di fan e due album in studio. L’impressione è che quella di Higgins sia stata una vita piena, a tratti strabordante ma interrotta in modo inspiegabile all’inizio di un successo planetario che pareva esser scritto nelle stelle. Il suo nome d’arte rappresentava proprio la conquista del mondo partendo dal basso e per questa “fame” – si spera non per altri aspetti – sicuramente rimarrà un modello e nel contempo un punto di riferimento inamovibile sia per i suoi coetanei che per i colleghi.