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L’8D non è niente di diverso da quello che proponevano i Beatles negli anni ’60

Studiando il greco, il poeta statunitense James Merrill ne rimase estasiato. Secondo il suo biografo, ebbe la sensazione di poter esprimere quello che voleva con più forza e chiarezza di quanto avrebbe potuto fare usando la sua lingua. A me il greco, onestamente, non ha mai estasiato, ma capita sempre più frequentemente che le persone accanto a me rimangano incantate da cose che, spesso e volentieri, a me annoiano da morire. È successo di recente: un amico mi manda un video, mi dice che devo assolutamente vederlo. Mi intima ad usare le cuffiette. Le cerco (le cuffiette sono una delle tante cose che quando le cerchi non si trovano mai), metto prima la sinistra e poi la destra. Una voce registrata mi dice: «Sarà la prima volta che sentirete questa canzone con il vostro cervello e non con le vostre orecchie. Sentirete la musica dall’esterno e non dalle cuffie».

Mi preparo all’ascolto, sono pronto. Parte una canzone, la musica sembra uscire fuori dagli auricolari e proiettarsi in una stanza. La voce viene rimbalzata da destra a sinistra. E ancora. E ancora. Stop, ho già mal di testa. Milioni di persone si sono trovate nella mia stessa situazione, magari senza mal di testa. Lo vedo dal numero di views, così tante da farmi aggrottare la fronte. E magari, milioni di persone hanno anche apprezzato, e condividono sui social l’esperienza fatta con uno smartphone e un paio di cuffiette. Io invece ho apprezzato solo l’entusiasmo, per il resto mi chiedo: com’è stato scoprire l’acqua calda? E voi non avete ancora ricevuto quel messaggio? Nessuno vi ha promesso di farvi sentire la musica direttamente dal vostro cervello? Poco male. Vi spieghiamo tutto noi. Si chiama 8D, il fenomeno che anni fa aveva fatto il giro del web, salvo poi morire nel giro di qualche mese. Ma a volte ritornano, e fanno ancora più danni.

L’audio 8D, il cui nome, in realtà, non significa assolutamente nulla, non è che la manipolazione di un mix stereo attraverso un programma che consente, letteralmente, di far roteare l’audio all’interno di uno spazio virtuale (un deciso slancio alla viralità del fenomeno l’hanno dato i Pentatonix, un gruppo vocale noto negli Stati Uniti vincitore anche di qualche Grammy). Immaginate il suono spostarsi nervosamente da destra a sinistra senza sosta, e che quelle voci si moltiplichino di secondo in secondo. Il panning e il riverbero finiscono per creare la sensazione che il suono provenga da fonti diverse della stanza, anziché semplicemente dalla cuffia destra e sinistra. Tadà: canzone finita. E indovinate un po’? Questa musica non ha nessun potere magico, non è nessun portento scientifico, e men che meno arriva direttamente al cervello senza passare dalle vostre orecchie. È un semplice audio manomesso. Male, tra l’altro.

8D? Ma quale 8D. È un semplice stereo left e right, nulla di così diverso dalla tecnica della stereofonia utilizzata dai Beatles in Come Together, con la differenza che le registrazioni stereofoniche devono il proprio effetto a come viene registrato il suono. Ma anche i Pink Floyd in The Final Cut, i Genesis, e tutti coloro che hanno studiato un preciso movimento del suono. Troppo difficile? Ok, allora Madonna in Vogue. Lady Gaga in Just Dance. Neanche quello? Okay, Benji & Fede. Persino loro.

Immagino che il confinamento a casa, le distanze, la solitudine, stiano mettendo a dura prova molte persone, ma questo giustifica una tale standing ovation? Qualcuno mi direbbe: “C’è a chi piace, e a chi no, che male c’è!”. Chiedetelo a Tommaso, 27 anni, sound designer specializzato nelle registrazioni binaurali. O chiedetelo ad Andrea, 24 anni, laureato a Londra con una tesi sull’ambisonico. “C’è a chi piace e a chi no”, qualcuno mi direbbe. Ma si sbaglia. Il suono è una cosa seria. Non è una partita a Candy Crush. Non possiamo sempre ridurre tutto ad una questione di gusto. Spesso ci troviamo davanti ad un bivio diverso: cose fatte bene, e cose fatte male. E questa, signori, è una bella crostata, ma senza frutti di bosco, solo frutti di mare.