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Post Malone canta i Nirvana: il live più rock del lockdown lo fa un trapper

Un tavolo da biliardo, un angolo bar, un check esagonale e decine di alcolici in bella vista. Se ci fosse mr. Lloyd a servire un bourbon con ghiaccio, ci troveremmo in una delle scene più iconiche di Shining. E invece è casa Malone e sta per iniziare il concerto più rock del lockdown. Posty sembra un bulldog vestito da nonna papera – ha un collare nero con le borchie e indossa una vestaglia a fiori verdi e rosa – e un cappello color khaki della OSS (ONSOMESHIT ndr.) rende il look ancora più scoordinato, trash, punk e grunge. Più avanti Post Malone dirà che questo è il suo primo concerto senza autotune, scelta peraltro rischiosa se si sta facendo un concerto benefico in diretta planetaria e soprattutto se si tratta di un tributo ai Nirvana del compianto Kurt Cobain.

Sono passati sei minuti dalla mezzanotte quando sullo schermo della diretta YouTube compaiono un Marshall, una batteria, un’asta da microfono e il resto della strumentazione. Google donerà il doppio dell’importo per ogni dollaro raccolto per la lotta al COVID-19 fino al raggiungimento della quota di cinque milioni. Una volta raggiunta la somma, Google donerà altri cinque milioni di dollari.

Una volta assistetti ad una lezione di canto online. L’insegnante esordì dicendo che tutto è possibile con un giusto riscaldamento, anche per i neofiti. Tutto tranne lo screaming. Quello se non studi in modo profondo, ti distrugge le corde vocali. Ora non so come si sia svegliato questa mattina Malone, quel che è certo è che ha fatto screaming per un’ora senza perdere un colpo. E c’è chi ancora ha il coraggio di criticare la sua voce.

Primo pezzo: Frances Farmer Will Have Her Revenge on Seattle, è già chiaro che ci aspetta un’ora abbondante di rock sporco e cattivo. Una sigaretta dietro l’altra, una Bud Light dietro l’altra e soprattutto, una canzone dietro l’altra, Post Malone insieme alla band omaggia il grunge dei Nirvana senza batter ciglio. Il repertorio portato in scena è quello di un profondo conoscitore della band. «I Nirvana sono una delle mie band preferite di sempre e una continua fonte di ispirazione»: c’è un accenno a Bleach, quasi tutto il Nevermind alternative e parte di quello mainstream (mancano tuttavia Smells Like Teen Spirit e Polly, chieste incessantemente nella chat di YouTube della live session) e c’è spazio anche per In Utero (ma anche qui manca il capolavoro All Apologies, che aveva già eseguito in passato e in alcuni contesti live).

Le unghie smaltate di nero si muovono tra i power chord del repertorio di Cobain mentre le bacchette di Travis Barker (Blink-182 ndr.) si appoggiano sui fill di Dave Grohl, che probabilmente si starà godendo lo show dal divano di casa. Chi c’è sicuramente è Courtney Love, che viene citata e ringraziata a metà esibizione da Posty. Quasi scontato immaginare i messaggi di disappunto del popolo del web, che inizia ad insultare la donna più odiata del rock. La buona notizia? Ovviamente che ripartono copiose le donazioni per sostenere il fondo solidale al COVID-19 non appena la band torna a suonare. I momenti più emozionanti sono tre; il primo è l’esecuzione di About a Girl, brano di cui si parla molto in questi giorni a causa della performance imbarazzante dei Puddle Of Mudd. Tranquilli, Malone è incredibilmente sul pezzo.

Una voce profonda e demoniaca che fa formare la lacrima sul volto dei fan in ascolto. Il secondo momento emozionante è l’introduzione a Stay Away: «Questa è forse la mia canzone preferita, la porto scritta in faccia, tra gli occhi e le guance», dice. L’ultimo è l’epilogo, con In Bloom, che racconta bene la schizofrenia di questo momento storico, la discontinuità della nostra epoca e la metonimia visiva del concerto. Nel video della band di Seattle, Kurt, Krist e Dave entrano in uno show tipico anni 50-60 con vestiti eleganti e finiscono per spaccare tutto. Allo stesso modo vedere dei pazzi in vestaglia da notte, tutti tatuati, con birre e sigarette in mano a torturare Les Paul cromate in una casa smodatamente ordinata e di gusto tra il nord europeo e l’orientale, provoca un conturbante corto circuito mentale. Ma d’altronde cos’è il rock, se non esattamente tutto questo?