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A distanza di tre anni dal suo debutto, Dani Faiv torna con Scusate se esistiamo dimostrando una nuova maturità acquisita nel tempo. Il risultato è una rivelazione che tocca tematiche coerenti sia nell’idea dei testi che nella struttura musicale. A lasciare spiazzati, poi, anche i featuring: se Salmo, Gemitaiz e Fabri Fibra ormai non ci sorprendono più come ospiti di un qualsiasi disco, la collaborazione con Filippo Giardina – che analizza come i social possano essere deleteri – è invece una chicca rara (“Sono anni che ti costringi a raccontare la tua vita come se fossi il protagonista di una serie TV/Sogni, speranze, delusioni, ma a nessuno interessa, la tua piccola e insignificante storia”, dice il comico in Mosche depresse).

Scusate se esistiamo è un’iniezione di fiducia per Dani Faiv che si prende la rivincita verso chi lo sottovalutava e non lo considerava un artista valido. «È la rivincita di tutti quelli che vengono giudicati e criticati per il loro aspetto e non per il loro operato, che il più delle volte, anche se buono, non viene neanche visto o considerato. È una risposta di amore all’odio, cosa che non si aspettano gli odiatori. Questo è uno dei dischi a cui tengo di più della mia carriera», dice in una nota stampa.

Tematiche importanti che affrontano riflessioni personali e l’attuale fotografia dei nostri tempi, il tutto unito da quella giusta sperimentazione che rende il lavoro mai banale. La presenza inoltre dei fedelissimi Strange e Kanesh per quanto riguarda la produzione è la perfetta chiusura del cerchio anche dal punto di vista musicale che parte da Cioilflow con Salmo, traccia che letteralmente rimbalza, proseguendo con In peggio, una sorta di sfottò all’hater moderno (“Puoi fare meglio/Non mi stai convincendo/Per me ti stai vendendo/Sei cambiato in peggio”) per continuare poi con Polvere e detriti, un tributo dichiarato ai Club Dogo. Insomma, con Scusate se esistiamo, Dani Faiv dimostra ampiamente di aver superato il fatidico battesimo del fuoco, senza bruciarsi.