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Quella dei Killers è stata una curva piuttosto discendente. Nel 2004 viene pubblicato Hot Fuss, il loro album di debutto, destinato a diventare uno dei punti cardine dell’indie rock americano degli anni duemila. Con questo primo progetto discografico la band di Brandon Flowers si porta a casa nel Regno Unito sette dischi di platino, il 43esimo posto nella classifica di Rolling Stone dei 100 migliori album del decennio e il 33esimo tra i 100 migliori album di debutto di tutti i tempi. Se questo non dovesse bastare, è stato anche inserito nella lista dei 1001 album da ascoltare almeno una volta prima di morire. Insomma, Hot Fuss ha avuto un successo incredibile e indiscutibile.

La band di Las Vegas riesce a mantenere alta l’asticella con Sam’s Town, uscito nel 2006, e con il b-side Sawdust che, tra l’altro, oltre a diverse rarities contiene Tranquilize, brano inciso insieme a Lou Reed. Con Day & Age, uscito nel 2008, la band chiude la prima decade degli anni duemila in bellezza. Con brani come Human e Spaceman, i Killers consolidano la loro presenza nel panorama musicale mondiale. Con Battle Born, però, inizia il lento declino. Uscito nel 2012, dopo una pausa durante la quale Brandon Flowers ha pubblicato il suo primo progetto solista, Flamingo, è il peggior album dei Killers e a nulla serve il singolo Here With Me, una romanticissima ballad con il video realizzato da Tim Burton e con la partecipazione di Winona Ryder.

Battle Born segna la caduta senza paracadute della band. Un disco privo dell’originalità e del sound ai quali la band ci aveva (ben) abituati. Anche il quinto album in studio, Wonderful Wonderful, non convince. Nonostante questo, riesce ad arrivare alla #1 della Billboard Hot 100. Con Imploding the Mirage i Killers confermato (purtroppo) la curva discendente della loro carriera, nonostante la voce di Brandon Flowers continui ad essere una delle più belle e riconoscibili del panorama indie rock mondiale.

Nel 2004, quando usciva Hot Fuss, il mondo iniziava a conoscere altre band che avrebbero fatto la storia dell’indie rock, americano e non, su tutti gli Strokes, Arctic Monkeys e Franz Ferdinand. I Killers si inserivano perfettamente in questa ventata di novità e brani come Mr. Brightside, Somebody Told Me e All These Things That I’ve Done erano delle hit sulla carta e lo diventarono ben presto anche nella realtà. Ecco, con il passare degli anni le band sopracitate sono riuscite a rinnovarsi. Dopo il non proprio fortunatissimo Comedown Machine, gli Strokes sono riusciti a tornare al loro splendore pubblicando quest’anno The New Abnormal. Gli Arctic Monkeys, seguendo un po’ i continui cambi di look del loro frontman Alex Turner, hanno continuato a riproporsi in vesti diverse, fino a pubblicare nel 2018 Tranquility Base Motel & Casino, l’album che ha definitivamente segnato il loro ingresso nella maturità artistica. La band di Las Vegas, invece, dopo l’uscita di Day & Age ha faticato a trovare una nuova dimensione, proponendo brani con poco carattere e che difficilmente rimangono impressi nella testa di chi li ascolta.

Anticipato dai singoli Caution, My Own Soul’s Warning, Fire in Bone e Dying Breed, Imploding the Mirage è il primo album della band realizzato senza Dave Keuning. In assenza del chitarrista statunitense, i Killers hanno trovato dei validi alleati per la produzione di questo sesto progetto discografico: i produttori Shawn Everett e Jonathan Rado. Per quanto riguarda i brani, invece, la band ha scelto la cantautrice statunitense Weyes Blood, che troviamo nel brano My God, il frontman dei War on Drugs e l’ex chitarrista dei Fletwood Mac, Lindsey Buckingham, che si è occupato dell’assolo di chitarra in Caution.

Parlando di questo disco, tanti si sono soffermati sulle influenze. Ecco, forse sviscerare per ogni singola traccia chi ha ispirato l’insieme di note X o Y non fa bene ai Killers. Dire che ci possiamo trovare dentro Springsteen, i Talking Heads e gli U2 è come dire che c’è un po’ di tutto, e allo stesso tempo che c’è un po’ di niente. Ci sono le percussioni, i synth, una voglia di sperimentare lontano dal sound dei lavori precedenti. Ma, spezza il cuore dirlo, nessuna di queste canzoni sembra essere destinata a rimanere nella storia dei brani più amati della band.

Comunque, probabilmente è ancora troppo presto per dire con certezza se questo sesto progetto della band di Brandon Flowers sarà un flop o avrà, contro ogni mia previsione, un incredibile successo. Intanto, proprio il frontman ha raccontato che la band sta continuando a creare senza sosta e che un nuovo disco potrebbe essere pronto già per la primavera del 2021. Chissà che le canzoni rimaste fuori siano proprio i “mancati pezzi forti” di Imploding the Mirage? Per scoprirlo dovremo aspettare almeno una decina di mesi. Intanto, per il sì e per il no, rimettiamo su Hot Fuss e ci riascoltiamo Glamorous Indie Rock & Roll, uno dei pezzi che meglio rappresenta l’indie rock dei primi anni duemila.