dark mode light mode Search Menu
Search

I Måneskin secondi in classifica globale: teorie del non-complotto

Ieri in tarda serata quello che si prospetta essere il calciatore più talentuoso del pianeta, con il suo errore dal dischetto, ha condannato all’eliminazione da Euro 2020 la nazionale favorita dai bookmakers. Questo per dire che nella vita, come nel calcio, c’è sempre una sorpresa dietro l’angolo. E ovviamente le sorprese non mancano nemmeno nello show business musicale, soprattutto quando si parla di charts. Appellandoci all’Ipse Dicix, ma un “Ipse” veramente attendibile (ossia Spotify), ci troviamo a perdere un battito, un po’ come all’errore di Kylian Mbappé, quando leggiamo che in seconda posizione della Top 200 del colosso di Stoccolma figurano i Måneskin. “Wow, allora l’esposizione di Zitti e buoni all’Eurovision ha reso questo pezzo una hit globale”, verrebbe da dire, se non fosse che qui la sorpresa ve la facciamo noi: è infatti Beggin’ il brano che sta facendo fare un cortocircuito nelle teste degli ascoltatori. E qui alzi la mano chiunque pensasse impossibile l’idea di finire in classifica mondiale con una cover fatta da una band italiana (non potete vedermi ma anch’io l’ho appena alzata). Se a questo aggiungiamo che il brano dei Madcon, per quanto di successo, non sia certo paragonabile all’operazione Knockin’ On Heaven’s Door rivisitata dai Guns, e soprattutto che la band romana abbia un repertorio plurilinguistico e non totalmente in inglese, tutto diventa ancora più complesso da spiegare. La soluzione, dunque, è semplicemente quella di prendere atto di questo pazzesco (e praticamente inedito) successo dell’Italia musicale all’estero, con la speranza che i Måneskin possano fare da cavallo di Troia contro i pregiudizi oltre oceano nei riguardi della musica nostrana. Conoscere i nostri artisti, magari – questo lo aggiungo io – nella nostra lingua, visto che le sfumature e la poesia delle liriche dei nostri cantautori sono di assoluta eccellenza, potrebbe senz’altro proiettare gli ascoltatori a stelle e strisce (e non solo) in una volta celeste costellata di gemme rare e preziosissime. Se invece siete degli haters accaniti contro i Måneskin, immagino sia veramente dura da mandar giù: personalmente credo che, al netto di un repertorio profondamente derivativo, i quattro romani possano far leva su una tecnica molto buona e un’estetica fortissima, in grado di far breccia sui millennial come sui baby boomer che in definitiva credo siano le vere spiegazioni di questo machiavellico arcano.