Inizierei con una domanda: avete mai sentito parlare di Steven Meisel? Il noto fotografo newyorkése? In ogni caso ci arriviamo con calma. Ora: Quello di cui mi sto accingendo a parlare è un argomento estremamente delicato da affrontare. Perché sì, lo sappiamo tutti: il sesso in Italia è tabù da sempre e forse, se il nuovo video dei Måneskin, I Wanna Be Your Slave, ci infastidisce, il nostro è ancora oggi un bel problema. Lo è anzitutto perché, se – anzi, è più corretto dire “quando” – avrete modo di dare un’occhiata al video, vi renderete conto di quanto tutto sia abbastanza in linea con lo stile comunicativo offerto e veicolato dalla band romana, ossia una ribellione for dummies, e dunque per le grandi masse. Dicevamo di Meisel. Bene, lui è l’autore degli scatti di un libro fotografico uscito nel 1992 dal titolo Sex che vede come protagonista una popstar di un certo successo di nome Louise Veronica, per tutti: Madonna. Questo libro ha provato a fare poco meno di trent’anni fa quella operazione che oggi provano a replicare i Måneskin. Nel photo book ci sono immagini esplicite, molto più esplicite di quelle di Damiano & soci, ci sono svariati riferimenti ad alcune forme di feticismi sessuali, molto più esplicito di quelli di Damiano & soci, e molta normalizzazione dell’omosessualità. Indovinate un po’: molto più di quella di Damiano & soci. Tutto questo non significa che il prodotto, per quanto derivativo, non sia utile. Al contrario lo è molto più di quello di Madonna, ben 29 anni dopo, pur essendo molto più soft. Sì, perché se (specie in Italia) vedere una pop star che morde un capezzolo maschile era quasi aberrante ed alieno nel 1992, perlomeno per un pubblico musicale, beh vedere quello stesso capezzolo maltrattato (forse è una citazione?) oppure scene di spanking, un bacio omo o del sadomaso così tanto tempo dopo ha veramente un senso. Madonna ha sensibilizzato solo le masse pronte psicologicamente ad accogliere il messaggio, i Måneskin stanno parlando a tutti noi. Per cui di nuovo grazie ai quattro pischelli capitolini, se non altro per aver alzato il tiro: se avete aiutato una flotta di sedicenni a conoscere i Led Zeppelin, ora forse state portando tutti noi in un posto in cui se due ragazzi dello stesso sesso si baciano non è un problema, se si dà adito ai propri desideri più estremi, nuovamente, non è un problema. Quel posto dove ci state portando per mano è un futuro migliore.
Simone Mancini
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Nato lo stesso giorno dei suoi idoli Steve Jobs e Steve McCurry, Simone non ha nulla a che spartire con loro. Cerca di auto convincersi che la colpa sia dei genitori che non lo hanno chiamato Steve. Laureato in una cosa che gli permette di vivere senza lavorare davvero, sogna uno scudetto della Lazio e la pace nel mondo.