dark mode light mode Search Menu
Search

Bad Bunny, la sindrome del numero uno

Si parla e considera poco quanto potrebbe essere difficile vivere da numero uno indiscusso, qualcosa che effettivamente una sola persona può sperimentare in tutto il Pianeta, ed è proprio Bad Bunny a riuscirci

“La noia precede sempre un periodo di grande creatività”, disse il filosofo Robert Maynard Pirsig. Un’emozione che può essere tanto prosciugante ed alienante, quanto combustibile per la fiamma della vita. Sicuramente la noia rappresenta uno dei fulcri attorno al quale ruota Nadie Sabe Lo Que Va a Pasar Mañana di Bad Bunny. L’artista portoricano, a pochi mesi dal compiere trent’anni, pubblica quello che può essere considerato il suo disco più maturo e personale. Il contesto in cui prende vita e forma il progetto, sesto album solista in carriera, è definibile “sindrome del numero uno”. È innegabile che arrivare in cima alla vetta della musica mondiale non sia assolutamente facile, esserlo per tre anni di fila suona quasi impossibile, ma si parla e considera poco però quanto potrebbe essere difficile vivere da numero uno indiscusso, qualcosa che effettivamente una sola persona può sperimentare in tutto il Pianeta, ed è proprio Bad Bunny a riuscirci. La comprensione di questa sindrome è necessaria per poterci proiettare nella noia in cui sorge il progetto di Bad Bunny.

L’intro del disco, Nadie Sabe, traghetta l’ascoltatore all’interno della mente di Benito, dei suoi pensieri e la sua vita attuale. Lo scenario è surreale ed incomprensibile per chiunque all’infuori dell’artista stesso, che ne è consapevole, ma decide di raccontarlo comunque. Sembra assurdo sentir dire che ha venduto un Bugatti perchè lo percepiva lento, ma assume tutto più senso nel momento in cui sostiene che lui non è etichettabile come trapper o reaggetonero, bensì come la stella più grande del mondo intero, (autocitazione alla versione estesa contenuta nel brano 25/8 di Yo Hago Lo Que Me Da La Gana e in effetti sfido chiunque ad affermare il contrario. Il sentimento della noia, il rigetto della fama e l’inevitabile posizione del numero uno tornano continuamente in tutti gli ottanta minuti del disco. In Vuelve Candy B scrive “l’industria mi annoia, te lo giuro, mi ritiro ai 33”, o ancora in Mercedes Carota con YOVNGCHIMI dice “goditelo ora, io non faro questo fino ai quarant’anni”. Tutto questo però ha dato una nuova consapevolezza all’artista boricua: ora che sono il numero assoluto, posso fare quello che voglio e non c’è niente che possa scalfirmi. Questo presupposto diventa benzina per non porsi alcun tipo di censura, fare direttamente i nomi degli artisti che non rispetta e dissarli, tra i tanti J Balvin Karol G.

Tutti i suoi testi inoltre, come dice Bad Bunny, “tienen el parental” e si esime da ogni responsabilità verso i genitori dei bambini che lo ascoltano, rigirando a loro il compito di educarli e crescerli, e questo stato di cognizione lo portano a mettere sul foglio alcune delle barre più crude, sporche e violente che abbia mai scritto dopo aver raggiunto la fama mondiale. Una responsabilità è però percepibile fin dai primi brani, si tratta del voler restituire ai suoi fan “mas reales” tutto ciò che loro gli hanno dato dall’inizio, ed in particolare alla sua gente di Puerto Rico e gli artisti che lo hanno ispirato e accompagnato nel tragitto verso la cima del mondo. L’arrivo di un disco di questo tipo sembra aver sorpreso tanto il pubblico, quanto gli addetti ai lavori, soprattutto se si considerano i risultati del precedente Un Verano Sin Ti, ma proprio all’interno di quello stesso disco, ed in particolare nella traccia Me Fui de Vacaciones che si potevano cogliere i primi segnali. Il conejo malo aveva esplicitamente rivelato che quel progetto era per un determinato pubblico e per portare una determinata vibe, ma che il successivo sarebbe stato trap, ed in effetti ha mantenuto la parola data. Trap. Il disco è questo e lo fa nel modo migliore, con testi che incarnano l’essenza dell’immaginario trap latino, i featuring sono scelti con cura per il giuramento d’amore al genere e a Puerto Rico.

Gli ospiti dell’album, fatta eccezione per Feid, sono tutti connazionali del conejo malo e vanno dalle nuove stelle come Young Miko, agli artisti che più continuano a portare in alto la trap latina come Eladio Carriòn, YOVNGCHIMI, Luar La L, per arrivare in fine alle colonne portanti della storia della musica di Puerto Rico: Arcàngel, De La Ghetto e Ñengo Flow. Le composizioni musicali sono altrettanto studiate per restituire ai fan di vecchia data un album da sentire proprio e di cui essere quasi gelosi. Il brano No Me Quiero Casar vanta i samples di tre iconici brani come: Hey Girl di Frankie Boy, La Calle Me Lo Pidiò di Yandel e Tego Calderòn ed in fine Pa Todas Las Ladies di Don Chezina. Il digging messo in atto da Bad Bunny lo porta ad includere anche una citazione a Pa Que Retozen di Tego Calderòn anche in Fina, ed in fine porta finalmente alla luce un brano che gli amanti del genere pensavano non sarebbe mai uscito: Gracias Por Nada infatti era originariamente un pezzo leakato di Bryant Myers, mai pubblicato ufficialmente, ma finalmente rielaborato e restituito al pubblico in un’altra forma. Menzione d’onore al passaggio di testimone tra Bad Bunny ed Eladio Carriòn.

La stella portoricana nel brano Monaco, che vede un campione di Hier Encore di Charles Aznavour, afferma “da tempo sono uscito dalla trap, l’ho lasciata ad Eladio”, e questa legacy viene firmata ufficialmente nel pezzo Thunder y Lighting, dove i due trapper si alternano barra dopo barra come l’omonimo tag team portoricano di lotta libera e wrestling. Tutti questi ingredienti compongono la ricetta per la realizzazione di una vera e propria pietra miliare del genere, andando oltre le aspettative di chi pensava di sentire un altro disco reggaeton pieno di tormentoni come Un Verano Sin Ti. I risultati inoltre dimostrano la capacità di Bad Bunny di poter fare quello che vuole, come già diceva il titolo del suo secondo disco Yo Hago Lo Que Me Da La Gana. I record sono stati battuti nuovamente: 195 milioni di streaming decretano Nadie Sabe Lo Que Va a Pasar Mañana come il miglior debutto nella storia di Spotify, inoltre tutte le vendidue tracce si piazzano nella top 25 globale della piattaforma di streaming e la top 10 è interamente occupata da canzoni in lingua spagnola, questo non era mai successo prima. Tutto ciò con un disco trap nel 2023.

Ora, se volessimo usare questo prisma di luce che è Nadie Sabe Lo Que Va a Pasar Mañana per analizzare il mercato italiano, il paragone più immediato sarebbe quello di Sfera Ebbasta, il quale occupa la prima posizione degli artisti più ascoltati nel bel paese da ormai diversi anni, lasciando però qualche dubbio su quale potrebbe essere la sua prossima mossa e facendo pensare a molti che il tentativo di voler piacere a tutti con brani più pop e radiofonici potrebbe aver ormai annoiato tanto Sfera quanto i fan. La domanda a questo punto è: continuare ad evolversi è importante, ma è davvero impossibile tornare alle proprie origini senza snaturarsi o risultare incoerenti? Perché Bad Bunny sembra aver smentito questa credenza e non è da escludere che il suo nuovo album possa essere un punto di rottura e ispirazione per molti artisti, portandoli così a fare musica come vorrebbero senza necessariamente ragionare troppo in termini di industria e tendenze. O forse questo rimarrà qualcosa che solo chi è arrivato in alto come Benito, ed è ormai ineluttabile, può fare.