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Conan Gray se ne frega delle mode

Se con “Kid Krow” l’obiettivo era quello di dimostrare la sua versatilità vocale, con “Found Heaven” Conan Gray si è collocato nella sua dimensione definitiva

Se all’inizio della sua carriera l’obiettivo era quello di dimostrare la sua incredibile versatilità vocale e discografica, in Found Heaven, il suo terzo album in studio, Conan Gray decide di sperimentare dalla prima all’ultima traccia, con lo scopo di potersi collocare in una dimensione musicale funzionale e definita. Il cantautore californiano sfoggia così tutta la sua cultura musicale e con l’aiuto di producer del calibro di Max Martin, Oscar HolterGreg Kurstin, riesce a creare un progetto riconoscibile che gli sta molto bene addosso. Found Heaven è un viaggio introspettivo e personale, in cui Conan attraversa le esperienze di amore, perdita e riflessione che lo hanno accompagnato durante la crescita.

Tredici brani che scorrono in maniera coesa e leggera, tanto che al primo ascolto sembra di essere davanti a un concept album. Le sonorità synth pop consistenti e decise si fondono con testi vulnerabili e sinceri, dando vita a un’atmosfera nostalgica e malinconica (Alley Rose, Forever With You e Found Heaven). I riferimenti presenti nelle linee melodiche non hanno confini temporali e spaziano dai Depeche Mode a Michael Jackson, passando per i Beatles e Queen. La loro strategica collocazione all’interno dei brani impedisce a un orecchio inesperto di identificarli, sottolineando come il prezioso contributo di una produzione magistrale riesca a valorizzare un disco senza dover gridare al plagio. È proprio questa attenzione al dettaglio che rende il progetto un gradevole tuffo al passato, dove l’ascoltatore viene catapultato direttamente nel cuore degli anni Ottanta.

Quello che va riconosciuto a Conan Gray è la volontà di andare controcorrente in un panorama musicale ormai troppo legato alle tendenze di mercato. Seguire la propria visione artistica invece di conformarsi alle mode del momento permette di concepire la musica come opera d’arte prima ancora che come fonte di guadagno, permettendo al pubblico di risuonare a un livello più profondo con l’artista e la sua visione (David Bowie è stato un esempio concreto di questa rivoluzione). Insomma, Found Heaven è una scommessa discografica sapientemente riuscita, oltre a essere un album maturo e uniforme che conferma il talento di Conan Gray come cantautore.