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La sofisticata spensieratezza di Anderson .Paak

Continua il viaggio musicale del produttore e cantante Anderson .Paak dal sud al nord della costa di quella California che è stata sfondo di gran parte della sua vita fino ad oggi. La prima tappa, tre anni fa, era stata Malibu, apprezzato miscuglio di soul anni settanta e hip hop anni novanta che aveva automaticamente reso il suo nome conosciuto alle masse e gli aveva procurato l’attenzione, tra gli altri, di Dr. Dre, vale a dire uno dei migliori produttori hip hop della storia. La seconda tappa, Oxnard, risale al 2018 ed è stata raggiunta proprio sotto la guida di Dr. Dre, il quale ha reso il suo amato hip hop punto focale della produzione, coinvolgendo anche artisti come J. Cole, Kendrick Lamar, Snoop Dogg e Pusha T, ottenendo, secondo la critica, risultati altalenanti.  Questa terza tappa, Ventura, rappresenta invece un ritorno alle origini per Anderson .Paak.

Ventura è un progetto in cui il rap è presente occasionalmente, ma non diventa mai il genere predominante. La produzione è nuovamente curata da Dr. Dre e dallo stesso Anderson, il quale tuttavia ha avuto, a detta sua, più libertà nel mixaggio delle produzioni di Ventura di quanto non sia successo durante la produzione di Oxnard. Con le sue undici tracce Ventura è un disco incredibilmente coeso e curato dal punto di vista musicale, il quale sperimenta con strumenti e suoni appartenenti a epoche e generi diversi in maniera estremamente sofisticata, creando melodie e atmosfere mai ripetitive e mai banali e dando un’idea di freschezza e modernità utilizzando in realtà pochi di quei tratti divenuti ormai simbolo della musica moderna (sintetizzatori, auto-tune, modulazioni della voce). Su questo miscuglio di suoni, la caratteristica e graffiante voce di Anderson si ritrova perfettamente, costruendo melodie sempre nuove e riuscendo anche a fondersi alla perfezione con quelle dei tanti featuring (meravigliosi il botta e risposta con Lalah Hathaway in Reaching 2 Much e l’alternanza con Jazmine Sullivan in Good Heels). Il rap è, come detto, ancora presente e sempre di altissima qualità (molto notevole la strofa di Andre 3000 in Come Home e struggente la postuma collaborazione con Nate Dogg in What Can We Do?) ma non diventa mai il genere dominante.

Anche dal punto di vista delle tematiche affrontate, si può notare un cambiamento rispetto ai precedenti lavori; se prima vi era un’occasionale ma chiara presa di posizione dell’artista su tematiche sociali-politiche, in Ventura sembra prevalere la spensieratezza assoluta. Anderson, infatti, decide di dedicare la sua quasi totale attenzione alla sua vita sentimentale, narrando le diverse donne della sua vita da angoli differenti, quello di un’amante in Good Heels, quella della ragazza perfetta per lui in Chosen One. A questo monotematismo fanno eccezione tracce come King James in cui l’artista mostra il suo rispetto per un attivista sociale come il cestista LeBron James e Yada Yada in cui discute dei vantaggi dell’essere finalmente solo e non legato a nessuna etichetta discografica. Insomma, siamo di fronte a un disco estremamente gradevole, sofisticato nell’approccio e coerente nel risultato.