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Gli Strokes sono tornati per salvarci dalla mediocrità

Avevano bisogno di prendersi del tempo per ragionare su sé stessi e per trovare il modo giusto di adattare il proprio caratteristico sound rock a un’era in cui tale sound trova sempre meno spazio, quantomeno nell’ottica del mainstream. Ora, ben sette anni dopo Comedown Show, gli Strokes hanno scelto di tornare, e lo hanno fatto in grande stile, con un progetto per certi versi anacronistico, come dimostrato dalla lunghezza media dei brani elevata, elemento atipico nella musica di oggi, ma che trova il modo di raggiungere il pubblico con un sound fresco e una produzione curata nei minimi particolari, oltre che con la riconoscibile voce di Julian Casablancas.

The New Abnormal si presenta come il frutto di un lavoro duro, impegnativo, che infatti, secondo le indiscrezioni, è iniziato già nel 2016, nel momento in cui venne rivelato che la band americana stava lavorando insieme al produttore Rick Rubin, la mente dietro alla concezione sonora del disco. Gli Strokes riescono ad alternare in maniera estremamente riuscita il rock grezzo che ha contraddistinto i loro primi lavori con un’elettronica sperimentale, in cui si sente chiaramente l’influenza di Rick Rubin. Il risultato è un disco in cui vige un equilibrio perfetto, in cui ogni canzone riesce a essere diversa dalle altre ma senza perdere la coerenza dell’insieme. Il malinconico e dark arpeggio di chitarra di Not The Same Anymore, uno dei pezzi più riusciti, si alterna all’elettronica di Why Are Sunday’s Do Depressing e all’atmosfera dei sintetizzatori di At The Door.

I due mondi poi si fondono in maniera definitiva nella traccia conclusiva, Ode To The Mets, conclusione molto riuscita per la sua strumentale ricca e trascinante, che spinge immediatamente a riascoltare l’intero progetto. Gli Strokes riescono a non risultare ripetitivi neanche nelle tematiche affrontate nei testi, che oltre a fondersi perfettamente con le strumentali, spaziano dalla ribellione al meccanismo di scala sociale che controlla il nostro tempo nell’intro di The Adults Are Talking, alla volontà di vivere nel momento in Eternal Summer. Non mancano poi ballate d’amore, sia in un’accezione della felicità di una relazione in atto come in Selfless, sia concentrandosi sulla delusione e sul dolore che succedono a un amore che finisce in At The Door (“You begged me not to go/Sinking like a stone/Use me like an oar/And get yourself to shore”).

Nel complesso, The New Abnormal è un prodotto sicuramente riuscito, che rilancia degnamente la band di Julian Casablancas all’interno di una scena musicale in cui la loro mancanza si sentiva già da troppo tempo. La band newyorkése è stata infatti capace di fondere il proprio sound con un’elettronica più moderna, creando una propria versione di new wave, che è perfettamente riassunta dal titolo dell’album in sé: la nuova anormalità.