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Con “Ok” Gazzelle sta vivendo la crisi del terzo album?

Ho letto una volta che un branco di lupi ha una formazione particolare; i più vecchi aprono e guidano il gruppo, poi metà dei più forti anticipano e proteggono i cuccioli e le femmine (che dunque si trovano al centro), poi arriva di nuovo l’altra metà dei più forti, e infine il leader, o capo branco, che si trova dietro a tutti. Quando è uscita Destri, primo singolo ad anticipare Ok, ho sperato fosse solo un pezzo maturo in grado di guidare il gruppo dei brani più forti. La mia attesa, ovviamente, era tutta per il capo branco, che nella mia testa era la title track. Purtroppo però il lupo alpha era proprio quella ballad dolce e graffiante allo stesso tempo, in grado di strizzare l’occhio sia al brit pop degli Oasis più melodici che al pop nostrano anni Duemila.

Destri è un capolavoro nel suo genere e in assoluto uno dei migliori brani della discografia di Flavio, quindi si può senz’altro accettare il fatto che sia il brano migliore di Ok. Quel che ci si attendeva però era almeno un altro paio di brani su quel livello, e questo è il primo problema: non ci sono. I singoli rilasciati via via nel periodo di presentazione del disco non sono stati all’altezza, purtroppo, per quanto molto intimi e ben prodotti (specie Lacri-ma che porta in scena un sound e soprattutto una doppia coppia di accordi languidi, degni del Cobain di Lithium). Ma la forza di Gazzelle è da sempre la scelta melodica delle linee vocali.

A questo giro nessun brano tocca i livelli di Tutta la vita, Coprimi le spalle o dei classici Quella te e NMRPM. Anche le produzioni sono meno solenni e più catchy, ma lungi da me criticare uno dei producer più illuminati del bel Paese, Federico Nardelli, che comunque fa un ottimo lavoro e dà una veste nuova al progetto senza tuttavia stravolgerlo completamente. Arriva Coltellata, il brano con tha Supreme che in molti stavano aspettando (forse per criticare, forse per esaltare, una collaborazione tra mondi artistici distanti, quasi agli antipodi). Il risultato, anche qui, è molto buono, forse il punto più alto dopo la sopracitata Destri. Le voci si mescolano bene e non entrano mai in un conflitto melodico che potrebbe generare nell’ascoltatore paragoni di sorta.

Altro brano degno di nota, che ricorda vagamente Where Is My Mind dei Pixies è GBTR, che lo stesso Gazzelle ha presentato in veste acustica pochi minuti prima della mezzanotte in una diretta Instagram dalla suggestiva e deserta Piazza del Popolo di Roma. Insomma, doveva essere l’album della consacrazione o del definitivo salto di qualità? Poco importa, soprattutto perché in definitiva mai titolo di un album fu più azzeccato e calzante: il nuovo disco di Gazzelle non è da “superbattito” e non è nemmeno “punk”. È solo “ok”.