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“Innamorato” di Blanco traccia per traccia

In attesa di ascoltarlo a mezzanotte, vi raccontiamo il secondo di Blanco traccia per traccia (e c’è anche un feat. con Mina).

Quando si prova qualcosa di molto forte per una persona, in inglese si usa una formula estremamente suggestiva: “I love you to the moon and back”. Blanco in pochissimo tempo ha raggiunto il cuore della gente e già dopo l’album d’esordio era arrivato alla Luna ed era tornato indietro. Dopo la vicenda della (fin troppo) chiacchierata performance di Sanremo, ci siamo chiesti se tornerà sulla Luna, e ora che mancano poche ore al rilascio dell’attesissimo secondo album, dal titolo Innamorato, stiamo per avere una risposta, nel frattempo, ecco il disco spiegato traccia per traccia.

Anima tormentata

Un incipit evocativo, a tratti epico ci consegna Blanco e la sua anima tormentata, brano che nasce da una riflessione su ciò che lo rende veramente felice, combattuto tra scelte di pancia e scelte di testa. Nel ritornello Blanco accelera in quella corsa liberatoria che lo muove da dentro: “Cosa mi scorre nelle vene? Adrenalina pura”.

Ancora, ancora, ancora

Si consuma in due minuti e quarantacinque secondi, o forse mai, il tentativo di convincersi che non sia stato solo un gioco. Non una, non due: tre volte ancora i ricordi riemergono nella solitudine del presente, come flash a rincorrersi vorticosamente. 

Un briciolo di allegria feat. Mina

Un dialogo profondo, sentito, vissuto, oltre i gap generazionali, una traccia destinata a restare nel tempo. Nella voce di Mina si legge tutta la sua storia, la grana vocale di Blanco è ora eterea, quasi angelicata, ora scura e solenne. Il tetto blu del mondo, rischiarato dalla luna, è vigile osservatore di questo incontro e fruttuoso scambio, dove prendere coscienza di ciò che si è stati è il primo passo per tornare a bramare quel briciolo di allegria, di sentimento puro e catartico, e la granitica certezza che “non invecchia mai ciò che vive dentro noi”. Lui racconta di essere veramente felice di questo duetto. «Mina è la regina della musica italiana e la stimo moltissimo. Il fatto che abbia deciso di realizzare un pezzo con me, offrendomi una grande opportunità, fa capire subito quanto sia moderna e attenta alla musica di adesso». Il videoclip del brano, girato in pellicola da Simone Peluso in sinergia con la supervisione creativa di Mauro Balletti, storico creativo di Mina, ci riporta alla mente un film noir in bianco e nero.

Lacrime di piombo

Le linee melodiche delicate, cantate con l’emotività tipica dei vent’anni, sono l’espressione della paura e del dolore per aver perso qualcosa di importante. Lacrime di piombo nasce dal pensiero di ciò che l’artista vorrebbe non accadesse mai: la fine di una storia e il timore di non poter ricordare i momenti felici senza soffrire. Una missiva a cuore aperto con cui Blanco supera i canoni tradizionali della canzone d’amore, tirando fuori tutto, senza reprimere l’istinto espressivo.

L’isola delle rose

Viscerale e dark, sin dall’attacco cupo e minaccioso. Miscela di romanticismo, sesso, inquietudine, fisicità e fragilità per radiografare un sentimento dai contorni malinconici e al tempo stesso brutalmente autentico. Ogni strofa, cantata a denti stretti, è colma di passione e frustrazione per quest’amore avvizzito, che non potrà più sbocciare. Il brano è già un classico dell’artista.

Innamorato

Sostenuta da un arrangiamento essenziale, chitarra acustica e voce, la titletrack è una dolce serenata che racchiude la bellezza dei primi mesi con la propria ragazza, quando tutto sembra incredibilmente emozionante. Scritta durante un viaggio lontano dall’Italia, nei suoi tre minuti e sedici secondi Innamorato si colora di un sapore tutto italiano, ricerca di contatto con qualcosa di naturale, semplice e vero come il pensiero di casa. 

Scusa

Synth anni Ottanta, innescata dalla firma vocale già cult, Scusa è la più efficace risposta quando ci si allontana senza dare spiegazioni. Una corsa a perdifiato nella notte, alla ricerca di una direzione a cui tendere e di emozioni forti, finché il cuore batte ancora. Prima che l’arrangiamento esploda nell’assolo di chitarra elettrica finale, c’è il tempo per un saluto che ha il sapore di un avvertimento: “Non aspettarmi, non tornerò”.

Fotocopia

Con le più dense pennellate del disincanto, Blanco si racconta tra confessioni intime e nuove consapevolezze sull’amore: essere simili a volte fa male, è come scontrarsi con se stessi e questo può far paura. La tessitura sonora va sempre più in crescendo e come un fiume in piena sfocia nel ritornello mantrico, un po’ accusa e un po’ ammissione: “Sei la fotocopia di me”

Giulia

Nato dopo l’esperienza sanremese dello scorso anno, e da allora rimasto invariato anche nel titolo, Giulia è un brano dalla struttura ciclica, con intro e ritornello finale giocati su piano e organo. Un po’ come chiudere il cerchio di un rapporto vissuto intensamente. 

La mia famiglia

Un j’accuse all’ipocrisia della società e ai suoi falsi idoli. L’intro è vuota di suoni, con voce e vocoder ad aprire uno squarcio su tempi rarefatti, dove la provincia sembra annullare ogni aspirazione e la metropoli stagliarsi come un mostro troppo grande. Eppure non c’è niente che riesca a soffocare quel bisogno di trovare un porto sicuro, una famiglia su cui poter contare, chi ti conosce e apprezza per quello che sei davvero.

Raggi del sole

Sonorità elettroniche e frenetiche, con reminiscenze jungle nella batteria, la traccia undici è la trasposizione in note di un amore tormentato e confuso che ormai è solo un ricordo. Poco più di tre minuti per riversare in un testo istintivo tutto il dolore del passato, un antidoto al veleno iniettato dai ricordi. 

Vada come vada

Un acquerello delicato e toccante sin dalle prime note, dove la voce di Blanco è accompagnata da una chitarra arpeggiata e dal mandolino, a ricreare la magia dell’atmosfera estiva ad un tempo romantica e nostalgica. Un omaggio appassionato ai momenti spensierati e a tratti irrazionali che l’estate regala, alle serate col vento in faccia lungo l’autostrada della vita e a quello che verrà, qualunque cosa accada.