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I migliori brani di sempre che hanno trionfato a Sanremo

Mahmood fa doppietta con “Soldi” e “Brividi”, ma nella lista c’è anche “Uomini soli” dei Pooh e “Perdere l’amore” di Massimo Ranieri.

Sì, è arrivato quel momento dell’anno dove si parlerà solo di Sanremo. In attesa dell’inizio della 74esima edizione, abbiamo messo insieme le migliori canzoni che hanno trionfato al Festival: Mahmood fa doppietta con Soldi e Brividi – quest’ultima in coppia con Blanco – ma nella lista c’è anche Uomini soli dei Pooh e quel capolavoro di Massimo Ranieri intitolato Perdere l’amore.

Domenico Modugno e Johnny Dorelli, Nel blu dipinto di blu

Erano gli anni della doppia interpretazione per ogni brano e, dopo una serie di canzoni che oggi suonano davvero preistoriche, arriva Modugno. Spendere parole per Volare è superfluo, stiamo parlando probabilmente della più famosa canzone italiana nel mondo, ma forse non tutti sanno che fu anche la prima vincitrice del Grammy Award per la Migliore canzone.

Bobby Solo e Iva Zanicchi, Zingara

Nel 1969, in pieno periodo rivoluzionario, la coppia Solo-Zanicchi vince il Festival con un brano che vede protagonista una zingara, di cui tutti ancora oggi cantiamo a squarciagola il ritornello. E pensare che Gianni Morandi rifiutò di cantare questa canzone.

Alice, Per Elisa

Gli anni Settanta furono un fiasco per il Festival di Sanremo, che scarseggiava di grandi canzoni. Ci pensò allora Franco Battiato a scrivere per una giovane cantante, Alice, un brano incredibile. Per Elisa è stata per anni considerata una canzone sull’eroina, quando in realtà parlava di una donna che odia l’amante di suo marito.

Eros Ramazzotti, Adesso tu 

Nel 1986, sul palco dell’Ariston si presenta un giovanotto poco più che ventenne di bell’aspetto e con la faccia pulita. Eros fa subito innamorare gli italiani grazie alla sua voce inconfondibile e a un brano, Adesso tu, che ad oggi è ancora nelle playlist di tante coppiette.

Massimo Ranieri, Perdere l’amore

La canzone giusta per l’interprete giusto. Ranieri, dopo tanti anni dedicati al teatro, aveva bisogno di tornare in pompa magna sulla scena musicale italiana. Quale modo migliore se non quello di vincere il Festival di Sanremo con un brano gigantesco come Perdere l’amore?

Mahmood & Blanco, Brividi

La perfezione. Poco da aggiungere. Brividi è il pezzo più bello degli ultimi dieci anni di festival. La terza controcantata da Blanco sul ritornello, il testo, lo snare swingato nel fill della seconda strofa, il suono di pianoforte, il basso, le linee melodiche di Mahmood. Mandarli a Sanremo è stato come chiamare Messi e Ronaldo a fare la partitella di calcetto del mercoledì sera.

Pooh, Uomini soli

La vittoria più scontata della storia del Festival. I Pooh, infatti, in quel periodo erano il gruppo più famoso in circolazione, ma gli mancava la ciliegina per coronare una carriera perfetta. La loro unica partecipazione coincide con un brano a tratti etereo, che esplode nel Dio delle città di Facchinetti.

Giorgia, Come saprei

Quando nel 1995, la allora ventiquattrenne Giorgia salì sul palco dell’Ariston e iniziò a cantare le prime note della sua canzone, tutti si resero subito conto di essere di fronte ad un talento unico. Come saprei fu anche il primo brano a vincere contemporaneamente Festival e Premio della Critica.

Elisa, Luce (tramonti a nord est)

Per molti, la canzone più bella che abbia mai vinto Sanremo. C’è poco da dire, Elisa ha cambiato le regole del Festival, portando per la prima volta qualcosa di totalmente fuori contesto e ricevendo il plauso di ogni tipo di critica. Non male per essere la prima canzone in italiano della Toffoli.

Simone Cristicchi, Ti regalerò una rosa

Gli anni Duemila, per il Festival, sono coincisi con degli alti e bassi incredibili. Il brano di Cristicchi è però indimenticabile, in primis perché è stata la prima canzone con sonorità rap a vincere, ma soprattutto per la delicatezza con cui trattava il tema della schizofrenia.

Mahmood, Soldi

I più radicali storceranno sicuramente il naso per la presenza di Soldi in questa classifica. La realtà è che negli ultimi anni, il Festival di Sanremo ha finalmente capito che bisogna coinvolgere ogni tipologia di genere musicali che rappresenti il periodo storico attuale. Mahmood nel 2019 fa il miracolo, vincendo con un pezzo moderno, inclusivo e, soprattutto, sincero.