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Benson Boone è molto più di “Beautiful Things” e lo dimostra con “American Heart”

Con “American Heart”, Benson Boone conferma di non essere solo un fenomeno virale: tra ballad intime e influenze springsteeniane, costruisce un’identità musicale solida e personale. Un disco che guarda al passato per dire qualcosa di nuovo

“Make America Great Again”. Lo slogan di Donald Trump, presidente rieletto, ormai evoca più uno stato mentale che un progetto politico. È facile immaginarselo addosso a uomini in canottiera, con stivaloni texani e lo sguardo di chi si ostina a credere che l’America sia ancora “il paese dei sogni e delle speranze”. Ma oggi quel sogno, per molti, è diventato un incubo. Di fentanyl, povertà, polarizzazione. Eppure c’è ancora chi continua a cercare nella cultura, e nella musica, soprattutto, un motivo per credere che qualcosa di buono possa ancora nascere. In questa America fratturata, la musica resta un luogo di ripartenza. Ogni anno spuntano nomi nuovi o, ancora meglio, qualcuno che era lì da tempo ma aveva solo bisogno della spinta giusta. Uno di questi è Benson Boone. In Italia, il suo nome è ancora legato soprattutto alla hit Beautiful Things, eletta dall’IFPI, l’organizzazione che rappresenta l’industria discografica globale, come singolo più venduto al mondo nel 2024. Un risultato clamoroso per un artista che, fino a poco tempo fa, era un perfetto sconosciuto. Ma Boone non è solo un hitmaker. È un performer completo: polistrumentista, showman, comunicatore istintivo.

Non è la solita storia del teen idol creato per piacere al pubblico, ma quella di un ragazzo del 2002 cresciuto a Monroe, nello stato di Washington, che sta imparando, brano dopo brano, a costruirsi una propria identità musicale. Un percorso iniziato anche grazie a Dan Reynolds, frontman degli Imagine Dragons, che lo ha scoperto e sostenuto nei primi passi. Dopo il successo dell’album Fireworks & Rollerblades, Benson Boone torna con un nuovo progetto dal titolo che non può passare inosservato: American Heart. E no, non è un disco politico. Anche se la copertina, lui a petto nudo con la bandiera americana, potrebbe far pensare a un manifesto, qui il cuore americano è il suo. Dieci tracce che provano a raccontare l’essenza più personale di Benson: ci sono ballad intime come Momma Song e Reminds Me of You, ma anche hit come le già note Mystical Magical Sorry I’m Here for Someone Else. Musicalmente, le sonorità di American Heart prendono una piega più rock e rètro rispetto al passato. Boone ha dichiarato di essersi ispirato a Bruce Springsteen e alla tradizione americana, cercando un’atmosfera più calda, da suonare live. Il risultato è un pop-rock contaminato, con venature anni Settanta, momenti orchestrali, sintetizzatori in stile Ottanta e qualche passaggio che suona come un omaggio a Bruno Mars, che lui stesso ha citato come ispirazione diretta. Nell’epoca dei numeri e delle continua corsa alla hit, è interessante vedere un giovane artista cercare la propria identità, scavando anche nel passato.

E a guardarlo bene, Benson Boone è riuscito anche a superare lo stereotipo del maschio macho e alpha che vuole conquistare solo il pubblico dei giovanissimi. Benson Boone ha le potenzialità per piacere a tutti, con i suoi salti mortali, la voce potente e quel look che ci ricorda che stiamo, finalmente, superando lo stereotipo della popstar belloccia ma senz’anima, influenzata solamente dalle esigenze del mercato e della volontà di chi sta sopra di lui per fare quanti più soldi possibili. Boone è molto più di tutto questo e le dieci tracce di American Heart ne sono la dimostrazione, tra ballad intense e brani perfetti anche per la dimensione live, dove dà il meglio di sé. Basta pensare alla sua esibizione al Coachella, dove ha portato sul palco persino Brian May dei Queen per una performance evocativa di Bohemian Rhapsody. Carismatico ed energico, ha saputo riportare nella contemporaneità uno dei più grandi brani della storia della musica mondiale, senza voler scimmiottare Freddie Mercury a tutti i costi. E sarà qui la chiave del suo successo: Benson Boone non vuole somigliare a nessuno. Ha intrapreso la sua strada, tra acrobazie, hit globali (ma non solo) e voce potente, e staremo proprio a vedere se qualcuno riuscirà a fermarlo.

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