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“Little Big Women”, la riconciliazione avviene solo tramite il perdono

È finalmente disponibile su Netflix Little Big Women, il film campione di incassi nel 2020 e gioiello della cinematografia moderna taiwanese che racconta la storia di una famiglia alle prese con la recente scomparsa del padre di cui non si avevano notizie da più di un decennio. Lin Shoyin, interpretata da Shu- Fang Chen, è la moglie tradita innumerevoli volte che ha cresciuto le tre figlie da sola, severamente, ma con grande dedizione. Il marito lontano, da cui però Lin Shoyin non ha mai voluto divorziare, le giocherà l’ultimo scherzo di morire proprio nel giorno dei festeggiamenti per il suo compleanno. Lin Shoyin, le tre figlie, la piccola nipote, come la nuova compagna del defunto, affronteranno il dolore per il passato e i timori del futuro tra tradizione e nuovi respiri. Il regista Joseph Chen-Chieh Hsu affronta una tematica grave componendo un ritratto legato alle usanze e alla cultura taiwanesi.

Su tutti l’attaccamento alla famiglia, l’importanza dei legami, il rispetto delle tradizioni. Sono queste colonne portanti di una storia che si dilunga lungo tutta la durata dei funerali di Chen Bochang. Cambiando però qualche codice qua e là, è la stessa elaborazione del lutto che appartiene a qualsiasi cultura, ed ecco perché Little Big Women è un film a cui ci si lega facilmente e il tasso di empatia è sempre alto. Semmai quello che Joseph Chen-Chieh Hsu ha fatto con il suo film è stendere un velo ironico su quelle tradizioni di facciata che appartengono alla sua cultura, per poi ricongiungersene solo alla fine in maniera commovente e genuina ma mai leziosa. Questo rende anche il film particolarmente divertente anche nei momenti meno opportuni, di cui un funerale è senz’altro pieno, favorendo il piacere anche quando la sceneggiatura si dilunga troppo ora su una sottotrama ora sull’altra.

Little Big Women pecca un po’ di mancanza di equilibrio, ma il film in realtà è un bellissimo esempio di famiglia, ma anche di forza tutta al femminile. All’interno di questo quadro infatti si muovono cinque donne, mentre la presenza maschile è sempre presa di sbieco, un accessorio e niente più. Dopotutto non è strettamente necessaria alla storia che si concentra sull’elaborazione del lutto secondo un’ottica del tutto femminile. Viene ribadito, senza scadere nel didascalismo, quanto la salvezza non abbia un volto maschile. E a ben vedere sono due i gruppi di donne che elaborano questo lutto. Il primo, quello che abbiamo già conosciuto, composto da Lin Shoyin, le sue tre figlie e la nipote adolescente, il secondo quello della Signora Tsai, la donna che ha amato Chen Bochang nell’ultimo decennio e più, e le amiche che la accompagnano.

Tutte dovranno affrontare la morte di Bochang e le domande che le sua dipartita ha lasciato in sospeso. La vecchia storia che la morte ci mette di fronte alle intemperie della vita – il tradimento, l’orgoglio, una malattia, i sacrifici per i figli e così via – è un classico che ancora non ha trovato risposte e ben venga che il cinema riesca a sondarlo con nuova linfa. Joseph Chen-Chieh Hsu con Little Big Women dimostra che la riconciliazione avviene solo tramite il perdono. Perdonarsi per essere troppo orgogliosi, perdonarsi per non essere abbastanza forti da non ricadere nella malattia, perdonarsi per la severità verso i figli e come figli. Little Big Women è un film che non vuole procedere con colpi di scena spiazzanti. Little Big Women, armato soprattutto di interpretazioni praticamente perfette, vuole raccontare come ricucire un arazzo fatto di bugie e risentimenti, con la poesia e la delicatezza che solo le donne riescono ad avere.