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Sui plagi musicali ha ragione Nick Cave? Cinque casi per capirlo

Il fuoco, la ruota, la stampa a caratteri mobili, internet. Queste sono alcune tra le più importanti scoperte/invenzioni della storia dell’Umanità. In particolare la più recente ha reso assai complicato cavarsela quando si prova a plagiare; pensate soltanto ai software di intelligenza artificiale che catalogano e “studiano” infinite variabili su basi oggettive. Quel che tuttavia sorge spontaneo chiedersi è: sarà possibile dopo millenni di storia e circa un secolo di musica riuscire a non essere la copia di qualcuno? Pensiamo solo a quante vite vissute, quante esperienze condivise e quante storie che, a forza di raccontarle, hanno assunto sembianze diverse. Quel che cerco di trattare oggi è il tema del plagio nella musica, provando a capire dove si colloca ogni caso all’interno della linea immaginaria che parte dal punto A (che chiameremo “influenza”) e arriva al punto B (che chiameremo “plagio”). Eh sì, perché oltre alla buona fede, che è un metro abbastanza complesso da identificare e stimare, uno dei paramenti più utili per accusare o scagionare una band è senz’altro quello che ci porta a delle valutazioni di buon senso, tenendo cioè conto dell’approccio che ha portato al presunto plagio – «Nel rock & roll è una tendenza naturale e necessaria, persino ammirabile. Il furto è il motore del progresso e andrebbe incoraggiato, persino celebrato», ha spiegato recentemente Nick Cave. Ma è realmente così? – Inizialmente avrei voluto citare i plagi più evidenti, ma rendendomi conto che i maggiormente imbarazzanti si collocano nel mondo del pop a stelle e strisce (Rihanna, P!nk, Jason Derulo e similari) ho raccolto i casi più controversi nella carriera delle mie band preferite.

The Real People – Feel the Pain
Oasis – Don’t Go Away

Non credo ci sia molto su cui disquisire. Se teniamo conto di strumentale, linea melodica della voce e testo, direi che quel diavolaccio di Noel, mentre il fratello si ubriacava nei pub, metteva sul piatto vinili e cd di band che amava per prenderne qualcosa (I’d Like To Teach The World To Sing dei New Seekers e Get It On dei T.Rex) o tutto, come in questo caso. Liam tornava, incideva, non faceva domande. Associazione a delinquere o circonvenzione di incapace?

Queen ft. David Bowie – Under Pressure
Vanilla Ice – Ice Ice Baby

Passiamo subito ad un esempio lampante di tributo. Se un artista prende in modo così evidente un campionamento di un brano e lo rivisita in chiave hip hop, per me è completamente scagionato dalla pubblica accusa. È un po’ come Lucid Dreams di Juice WRLD con Shape of My Heart di Sting. Il Duca Bianco e “the voice” Freddie Mercury non credo avrebbero un’idea diversa dalla mia, come non ce l’ha Sting, che anzi disse di amare la rivisitazione del suo brano da parte dello scomparso rapper di Chicago.

The Killing Joke – Eighties
Nirvana – Come as You Are

La mia band preferita non poteva non comparire in questo speciale elenco. Questo è un caso bordeline per due motivi: innanzitutto Kurt Cobain era a conoscenza di questo problema tanto da non voler pubblicare, in special modo come singolo, Come As You Are. In secondo luogo, con altrettanta franchezza, disse comunque di essere venuto a conoscenza del brano Eighties quando il loro era già stato prodotto, quindi in totale buona fede. I Nirvana dal canto loro non hanno mai provato a fregare l’ascoltatore, hanno anzi spesso fatto dei mashup con brani simili ai propri anche quando non erano palesemente dei plagi: se conoscete la versione di Smells Like teen Spirit live at Reading del 1992, riconoscerete che l’intro viene suonato in major key per citare, o forse sfottere, More Than a Feeling dei Boston di cui la band di Aberdeen canta anche il noto refrain. Fan di Scrubs, siete ancora lì?

Spirit – Taurus
Led Zeppelin – Stairway to Heaven

Stairway to Heaven è per me da sempre una sorta di metro di paragone per indicare qualcosa di inarrivabile. Lo uso spesso come intercalare quando mi trovo a commentare con qualcuno un brano molto bello che però “non sarà certo la prossima Stairway to Heaven”. Non una incredibile sensazione dunque scoprire che anche i Led Zeppelin hanno scopiazzato come Luis Suarez all’esame di italiano. Gli Spirit sono solo una delle band che Page e soci hanno ripreso negli anni; da Bobby Parker con la sua Watch Your Step che è molto simile a Moby Dick fino a Willie Dixon a cui sono state rubate le frasi di You Need Love per la celeberrima Whole Lotta Love.

Al Bano Carrisi e Romina Power – I cigni di Balakà
Michael Jackson – Will You Be There

Chiudiamo con un celebre caso finito in tribunale e conclusosi in modo estremamente signorile e disteso da parte di Michael Jackson nei confronti del nostro Al Bano Carrisi. Non credo ci fossero grossi problemi per il re del pop sia nel saldare il conto con l’artista pugliese che nel far credere al mondo intero che non avesse mai conosciuto la musica di Carrisi. Quest’ultimo, forse, più felice di aver incontrato Jackson e svuotato un po’ il portafogli stracolmo della star piuttosto che per aver ricevuto giustizia. A beneficiarne anche Romina Power, anche lei accreditata nel brano I cigni di Balakà. Per dovizia di particolari citiamo anche un brano vecchissimo degli Ink Spots che si intitola Bless You For Being an Angel, datato 1939. Forse è da lì che quelle linee melodiche nascono.