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“The Northman”, Robert Eggers torna in sala con l’epica norrena

Dopo The Witch e The Lighthouse Robert Eggers torna in sala con The Northman, un film epico basato sulla leggenda scandinava del principe Amleto riportata originariamente da Saxo Grammaticus e ripresa da Shakespeare nell’omonima tragedia. La trama si incentra sulla sete di vendetta del giovane principe Amleth: il ragazzo dopo aver assistito all’assassinio di suo padre, re Aurvandil (Ethan Hawke), per mano dello zio Fjölnir (Claes Bang), giura vendetta prima di scappare dal regno per sfuggire egli stesso alla morte. Nei decenni seguenti Amleth, interpretato da Alexander Skarsgård, diventa un feroce guerriero vichingo, dedito a stupri, scorribande e saccheggi con i suoi compagni. Sembra aver dimenticato quella promessa fatta venti anni prima, finché l’apparizione di una veggente (Björk) lo riporta sulla strada della vendetta che lo condurrà da Fjölnir, dove Amleth scatenerà tutta la sua sanguinosa furia. 

The Northman è un film spettacolare e appassionante, con una regia e una fotografia estremamente precise. Come in The Witch, Eggers si dedica con accurata minuzia alla coerenza della ricostruzione storica delle civiltà norrene; proprio per questa tendenza ad una rievocazione pseudo-realistica, alcune scene di violenza, soprattutto verso la fine, risultano a mio parere eccessive e poco verosimili, sebbene siano visivamente impressionanti. Alla fotografia abbiamo Jarin Blaschke, collaboratore di Eggers anche nelle sue opere precedenti, che con la sua preziosa maestria alza il livello già altissimo della regia. Gli esterni, prevalenti, sono girati per la maggior parte nelle lande irlandesi, dove Amleth sfogherà la propria ira. In particolare, le scene esterne notturne presentano una soluzione di illuminazione davvero interessante: la saturazione viene quasi del tutto azzerata, realizzando di fatto un effetto bianco e nero poco contrastato, che rende l’idea della luce lunare naturale. Per quanto riguarda le interpretazioni, siamo di fronte a un cast omogeneo, composto da talent tutti di un certo calibro, che tengono altissimo il livello durante tutta la pellicola. Tra tutti, però, spiccano senza dubbio i personaggi di Anya Taylor-Joy (Olga) e Nicole Kidman (Regina Gudrùn), donne molto diverse ma altrettanto potenti, che insieme alla veggente dirigono il cammino del nostro eroe, riuscendo a dare importanza alla figura femminile nonostante il contesto storico ma senza che la questione sia palesata o sembri forzata.

Guardando a The Witch e The Lighthouse, l’unico aspetto in cui The Northman sembra manchevole è l’espressione dell’autorialità di Eggers. Se nei precedenti, infatti, ci troviamo davanti a storie sorprendenti e originali, rese con una regia ricercatissima e non sempre permeabile, in questo lungometraggio si ha l’impressione che Eggers abbia voluto realizzare un prodotto molto più accessibile, così da mostrarsi anche al grande pubblico. Le sue peculiarità, come le atmosfere disturbanti e le scene ambigue, si presentano raramente durante le quasi due ore e mezzo di film. A parte le scene più trascendenti, oniriche e ritualistiche, Eggers abbandona il suo taglio horror favorendo un vero e proprio racconto epico; puntuale e attento ad ogni dettaglio ma lontano da quel terrore atavico che ci si sarebbe aspettati. Insomma, The Northman si dimostra essere una pellicola sicuramente degnissima di visione e forse una delle migliori rese cinematografiche del leggendario mondo scandinavo, ma che, soprattutto nella seconda parte, si allontana, ahimè, da una linea autoriale a mio parere molto più particolare e inedita.