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Nove volte in cui i Nirvana hanno fatto la differenza

I Nirvana sono arrivati come un pugno nello stomaco e se ne sono andati tutt’altro che silenziosamente. Nove brani che ci ricordano quanto siamo tutti più soli senza Kurt Cobain

Natale 1930. Un illustratore americano, tale Haddon Sundblom, decide di utilizzare per la campagna marketing dell’azienda per cui sta lavorando, un Babbo Natale vestito di rosso. Nulla di originale verrebbe da dire, ed è esattamente così. Se non fosse che l’azienda in questione si chiama Coca Cola e che il colore del Natale fino a quel momento era il verde. Non molti lo sanno, ma è Coca Cola in quel preciso momento ad aver creato il Natale per come lo conosciamo oggi. Allo stesso modo, il rock – per come tutti lo ascoltiamo, studiamo e suoniamo oggi – ossia un fenomeno di cultura pop, è il risultato di una evoluzione guidata anche dal fenomeno grunge, e nello specifico da una band che, suo malgrado, al pari di Haddon Sundblom, stava cambiando tutto con solo pochi elementi: in questo caso gli elementi sono un Fa5, un Si bemolle 5, un La bemolle 5 e un Re bemolle 5. La band credo la conosciate anche senza enunciarla. Il brano, invece, è quello di cui vi parliamo qui al punto uno.

Smells Like Teen Spirit

Nella classifica dei brani più importanti della storia della musica, nelle prime trentacinque posizioni non compaiono brani appartenenti ai decenni 1990-2000, 2000-2010 e 2010-2020. Fatta eccezione per questo brano iconico che non ha bisogno di presentazioni. Scritto nel 1991 e presente alla posizione numero nove della classifica di cui sopra, rappresenta a tutti gli effetti il brano più rilevante della storia del grunge internazionale. Quel riff apparentemente facilissimo da eseguire, fatto di power chords e grande dinamica, è la perfetta coniugazione degli antipodi che di norma possono coesistere solo nei capolavori: alternative-mainstream, minimal-noisy, leggero-profondo. Schizofrenica anche la struttura emotiva che si presenta nel brano: il ritornello è come una enorme festa piena di droghe sintetiche, le strofe sono l’hangover del giorno dopo. Bizzarro come questa nostra allegoria trovi peraltro conferma nella struttura, con il ritornello che anticipa la strofa (e non viceversa come capita nella maggior parte dei brani contemporanei e non).

All Apologies

Il brano più bello della discografia dei Nirvana. Un testamento, una preghiera, una ballad ora dolce, ora amara. “Married-buried” credo sia il passo più Cobainianio della discografia della band. La più autentica tra le canzoni della band più vera della storia del rock. Scritta per Nevermind e pubblicata come dodicesima ed ultima traccia di In Utero, divenne l’inno solenne dei Nirvana dopo l’esecuzione agli MTV Unplugged.

Rape Me

Probabilmente il più esplicito tra i brani della band, Rape me è un brano cardine di In Utero. Brutale nelle strofe, sia come scrittura che per come viene eseguita, raggiunge il più classico dei ritornelli dei Nirvana, con screaming e un torturante slogan in loop che dice: “Non sono l’unico”.

Come As You Are

Che i Nirvana siano maestri nella scrittura di riff indimenticabili non è mai stato in discussione. Ma quello di Come As You Are (che ti prende e non ti abbandona più) è al pari di Smells Like Teen Spirit per riconoscibilità e popolarità tra i chitarristi del pianeta. Anche qui ci troviamo di fronte ad uno slogan, che non arriva nel ritornello ma ci presenta il brano. È l’esordio di un manifesto sull’esaltazione della normalità. Lo si legge sui cartelli all’ingresso di Aberdeen (la città Natale di Kurt) ma anche sui muri, sulle panchine e perfino sulle braccia di molti. Forse la frase più nota della band.

Polly

“Polly wants a cracker” è forse uno dei versi più bizzarri della storia della musica. Un brano criptico, forse erotico, certamente violento e crudo. La noia di Cobain e l’estremismo dei suoi pensieri (o forse dei suoi gesti), sono una sorta di stream of consciousness fatto di immagini caotiche da far invidia anche al miglior Joyce.

Lithium

Il Lithium che dà il nome al pezzo, è una sostanza che viene somministrata per stabilizzare lo stato umorale dei pazienti. Probabilmente Kurt ne fece uso. Il brano tuttavia non parla solo del bipolarismo, ma per lo più del tentativo da parte di un uomo di trovare rifugio nella religione dopo la morte della compagna. Ci troviamo ancora una volta di fronte ad una prova magistrale di Kurt, che costringe i nostri cervelli in ascolto a fare nuovamente crack. Un cortocircuito che rende questo brano affascinante e unico nel suo genere. “I’m so happy ‘cause today/I found my friends” detto come se ti stesse cadendo il mondo addosso ti fa dire: “Cosa posso fare per aiutare questa persona?”. Kurt soffre, il protagonista del brano soffre, l’ascoltatore soffre. Il brano più emo della band. Una perla che, in un album meno costellato di capolavori, avrebbe trovato perfino più spazio.

In Bloom

Il videoclip più bello dei Nirvana assieme a Smells Like Teen Spirit. In 4:3. In bianco e nero. Presentati da uno showman anni sessanta davanti ad un pubblico composto ed educato, i Nirvana eseguono In Bloom mixando una performance dei Beatles ad una dei Sex Pistols (pardon, dei Nirvana). L’eleganza delle giacche di Dave, Krist e Kurt e la formalità degli occhiali da vista dello stesso Cobain (inediti nella sua iconografia) si trasformano in un tripudio di gesti sconsiderati da vere rockstar. Un brano imperdibile. Un video top notch.

About A Girl

Il brano più grande di Bleach (album visionario registrato nel giugno 1989 per soli 600$). Una perla che raggiunge la più alta espressione durante l’esecuzione agli MTV Unplugged in cui emerge tutta la vena folk di questo brano, perfettamente vestito (o meglio, mascherato) di rock da Kurt e soci. La leggenda vuole che quando la scrisse, Cobain, era reduce da un pomeriggio di ascolto ossessivo di Meet The Beatles! (secondo album in studio della band di Liverpool). In una intervista Kurt dichiarò che «mettere una stridente canzone pop in stile R.E.M. in un album grunge era rischioso». Per fortuna alla fine questo capolavoro di rara bellezza finì all’interno dell’album d’esordio dei Nirvana, contribuendo non poco a renderlo il successo che tutti oggi riconosciamo e che spianò la strada alla genesi di Nevermind.

Heart Shaped Box

Citare il cancro non come concetto ma come una massa fisica da mangiare è quanto di più assurdo possa comparire nelle lyrics in un brano musicale. In heart-shaped box, e dunque nell’universo parallelo e suggestivo di Cobain, questo accade. Un motivo in più per inserire in questa classifica il capolavoro estratto da In Utero.