Quando pensiamo al Canada i primi stereotipi che ci vengono in mente sono sicuramente il freddo perenne, la simpatia e l’educazione dei suoi abitanti e la fierezza di non aver nulla a che fare con gli statunitensi. Stereotipi, appunto, che vengono totalmente superati da Denis Villeneuve, regista classe 1967 originario del Quebec, che dopo tanta gavetta oggi si è affermato come uno dei cineasti più originali e di successo di tutto il panorama cinematografico. Nei suoi film troviamo temi ricorrenti come la condizione familiare, le scelte morali della vita e la violenza, ma anche forti protagoniste femminili e un’estetica ricercatissima caratterizzata da un’ambientazione in particolare che tende a ritornare nelle sue opere e contrasta la tundra canadese, ovvero il deserto. In attesa del secondo capitolo di Dune, in arrivo nei cinema il prossimo anno, abbiamo provato a mettere in ordine tutti i film del regista (e no, non è stato facile).
10. Un 32 août sur terre
Opera prima di Villeneuve, presentata al 51° Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard. La protagonista Simone, dopo essere stata coinvolta in un grave incidente, decide di voler avere un figlio insieme al suo migliore amico, che però accetta solamente a patto che il concepimento avvenga in un deserto. Come abbiamo detto il deserto è una location ricorrente in tutta la filmografia del regista e ne abbiamo dimostrazione anche in questo film sconosciuto ai più, ma che pone le basi per la sua poetica narrativa.
9. Maelström
Due anni dopo il primo lungometraggio, ecco Maelström, il dramma di una donna che dopo aver investito un uomo, tormentata dal senso di colpa, prova a suicidarsi, ma verrà salvata da un uomo misterioso. La particolarità di questo film è che la storia è narrata da un pesce. La scelta morale, in questo caso la rinuncia alla vita, è il fulcro di questa interessante pellicola, che valse a Villeneuve moltissimi premi in patria.
8. Sicario
Approdato ormai da diversi anni ad Hollywood, Villeneuve collabora con lo sceneggiatore Taylor Sheridan, autore di una trilogia di film basata sulla moderna frontiera americana, per la creazione di Sicario, un action thriller con Emily Blunt e Benicio del Toro come protagonisti. Una stupenda fotografia grazie alle location messicane e un gran montaggio sonoro non salvano però completamente un film che a tratti risulta confuso e incompleto. Il nostro Stefano Sollima, regista di Gomorra e Romanzo criminale, ha curato un sequel dal titolo Soldado.
7. Polytechnique
Dopo una pausa lunga quasi dieci anni dal precedente Maelström, Villeneuve torna sul grande schermo con Polytechnique, l’unico lungometraggio della sua filmografia basato su una storia vera. Il film racconta il massacro del Politecnico di Montreal del 1989, dove un venticinquenne uccise a colpi di arma da fuoco quattordici giovani donne. La messa in scena è raffinata, grazie alla fotografia in bianco e nero, ma allo stesso tempo glaciale e straziante. In solamente 77 minuti caratterizzati da pochissimi dialoghi è impossibile non rimanere scioccati dalla violenza di quel terribile evento.
6. Prisoners
Il primo film di Villeneuve in terra statunitense è Prisoners, un bel thriller di stampo classico, che ha alla base tematiche come il dramma familiare, la violenza e i dilemma interiore. La pellicola è retta principalmente dai protagonisti Hugh Jackman, Jake Gyllenhall e Paul Dano, tutti e tre in stato di grazia, e il finale è una sequenza indimenticabile per tutti gli amanti del genere. Unico punto a sfavore di Prisoners è la sua eccessiva lunghezza: 153 minuti sono un po’ duri da mandare giù.
5. Enemy
Stesso anno, ancora una collaborazione con Jake Gyllenhall, in questo caso in Enemy, basato sul romanzo L’uomo duplicato di Saramago. Probabilmente il film più particolare di tutta la filmografia di Villeneuve, Enemy è un noir grottesco che mescola realtà ed elementi soprannaturali, trattando il concetto del doppelgänger (doppio) tramite una forte critica alle imposizioni sociali di stampo relazionale e familiare. Una piccola perla da riscoprire, ma che sconsigliamo fortemente a chi soffre di aracnofobia.
4. Dune
Ultima fatica del regista canadese, fresco di uscita in sala, Dune è sicuramente il film del momento (ne abbiamo parlato qui). L’epopea fantascientifica di Frank Herbert, dopo tanti esperimenti falliti, trova finalmente la sua meritata trasposizione cinematografica. Un’opera gigantesca, messa in scena da Villeneuve in maniera magistrale che con Dune si consacra come uno dei migliori registi in circolazione. Purtroppo stiamo parlando solo della prima parte, poiché in futuro dovrebbe arrivare un secondo capitolo, e di conseguenza non possiamo dare un giudizio completo su Dune.
3. La donna che canta
Il film che ha fatto conoscere Denis Villeneuve al mondo. Nominato tra i miglior film stranieri agli Oscar 2011, La donna che canta è un dramma tratto dall’opera teatrale Incendies di Wajdi Mouawad. Due gemelli di origini medio orientali, alla morte della madre, ricevono come testamento due lettere da consegnare ad un padre creduto morto e ad un fratello di cui non sapevano l’esistenza. Il viaggio dei due fratelli va di pari passo con i flashback della vita della madre, andando a sviscerare un intreccio narrativo geniale che si scioglie con un finale scioccante, che ricorda molto Oldboy di Park Chan-Wook. Un capolavoro da riscoprire.
2. Blade Runner 2049
La consacrazione di Villeneuve avviene nel 2017, con la sua prima vera fatica di Ercole. Andare a toccare caposaldi indiscussi della storia del cinema, Blade Runner in questo caso, è sempre un rischio enorme, soprattutto se il tuo produttore è lo stesso Ridley Scott. 35 anni dopo l’uscita di una delle pietre miliari della fantascienza, Villeneuve compie il miracolo di creare un sequel di altissimo livello, con Ryan Gosling come protagonista e il ritorno di Harrison Ford. Il risultato è un film maestoso che fa bene agli occhi, alle orecchie e al cuore di tutti gli appassionati. È lungo? Sì. È lento? Anche, ma Blade Runner 2049 è un capolavoro di genere.
1. Arrival
Sul gradino più alto del podio troviamo Arrival, film di fantascienza del 2016 con Amy Adams come protagonista. Otto candidature agli Oscar e innumerevoli altri premi per una pellicola che ha il grande merito di nobilitare a livelli mai visti il genere della fantascienza. Troppo spesso infatti pensiamo a questo mondo solo per elementi soprannaturali e mostri vari. In Arrival c’è tanto di più. Troviamo infatti teorie filosofiche, fisiche e linguistiche realmente esistenti che si amalgamano perfettamente con la narrazione criptica e nebulosa di Villeneuve. Un’opera elegante, rigorosa e geniale in tutti i suoi aspetti.