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Bnkr44 – Il futuro è qui

Dall’uscita del loro primo progetto ad oggi, i Bnkr44 hanno saputo ritagliarsi uno spazio nel panorama musicale italiano: il collettivo toscano si racconta nella nostra nuova Cover Story

I Bnkr44 (Fares, Erin, Caph, JxN, Faster e Piccolo) non hanno bisogno di troppi “effetti speciali”. Questo, però, è il titolo del brano con cui la prossima settimana si giocheranno un posto tra i big di Sanremo. Dall’uscita del loro primo progetto, 44.Deluxe nel 2020, ad oggi, il collettivo toscano ha saputo ritagliarsi uno spazio mai scontato nel panorama musicale italiano. I Bnkr44 non assomigliano a nessuno. Durante la nostra intervista si comportano esattamente come un gruppo di amici, prima ancora che di artisti: si parlano l’uno sopra l’altro, non si trovano sempre d’accordo, si spalleggiano e si supportano costantemente. Tutti aspetti che li rendono un gruppo coeso, dove far crescere in modo sano la passione per la musica.

Perché Sanremo?
Erin
: Già lo scorso anno avevamo una mezza idea. Poi anche con Bomba Dischi (la loro etichetta discografica ndr.) abbiamo deciso di non farlo, ma siamo stati ospiti di Sethu durante la serata cover. Da lì c’è sempre stata questa idea di provarci e ci abbiamo pensato sempre di più. Inizialmente non volevamo passare per i giovani, poi ci hanno proposto di fare così e abbiamo accettato.

Vi stranisce questo fatto di essere passati per i giovani? Tra i ventiquattro nomi in gara alcuni hanno ascolti molto più bassi dei vostri, che è una cosa comunque da tenere in considerazione.
Erin
: Non è una cosa strana, siamo comunque consci del fatto che i big non vengano scelti solamente il base agli streams. E poi nessuno ci ha obbligato, ci hanno semplicemente consigliato questa strada perché poteva essere più semplice entrare. Non ci hanno detto “o così o niente”. Magari potevamo farcela ancora noi senza passare da Sanremo Giovani.

Entrano in gioco un miliardo di cose, chiaramente. Gli ascolti sono la punta dell’iceberg.
Erin
: Sì, c’è stata un po’ di critica.

Qual è la storia di Effetti speciali?
Fares
: Il brano è nato da Piccolo. Insieme a Daniele Belli eravamo in studio, ed è venuto fuori un primo pezzetto. Dopo mesi l’abbiamo ritirata fuori e ci siamo gasati. Avevamo deciso di fare qualche giorno al mare per fare un po’ di musica e abbiamo pensato di svilupparla. Non era un brano pensato per Sanremo inizialmente.

L’obiettivo è quello di provare a creare un suono pop contemporaneo. Cosa intendente?
Erin
: Più che pop contemporaneo parliamo di pop con più influenze incastrate tra loro. Ci piace pensare che stiamo influenzando bene l’Italia (ridono, ndr.).

In Effetti speciali si parla di difficoltà negli amori giovanili. Come concepite voi l’amore in questo tempo fluido, dove c’è anche difficoltà ad impegnarsi e a costruire qualcosa di un po’ più solido nel tempo?
Piccolo
: Ognuno di noi ha una visione diversa. Sicuramente tutto è diventato più veloce, e di conseguenza anche le relazioni si consumano così. L’amore dovrebbe essere una cosa semplice, ma non lo è poi così tanto. Forse il vero amore è quello fraterno.

Un po’ come il vostro.
Piccolo
: Sì, esatto. Un amore che non è corrotto dalla sfera sessuale. Quindi più semplice.

Ognuno di voi ha la sua visione, chiaramente. Non c’è una “visione bnkr”.
Erin
: La visione bnkr è: amore libero!

I social influenzano l’amore?
Fares
: Lo complicano più che altro. Con Instagram e TikTik è diventato tutto un casino. Sei in contatto con tantissime persone, ci sono i like. La monogamia diventa tosta (ridono, ndr.). Ci sono tanti motivi in più per litigare e per cui l’amore tra due persone fatica a funzionare.

Quest’anno avete fatto tante collaborazioni. Ce ne una in particolare che ha lasciato il segno più delle altre?
Erin
: Forse Memoria con La Sad (anche loro a Sanremo, ma già nella sezione big ndr.), perché è stata la più divertente. Inizialmente era un pezzo nostro, poi li abbiamo tirati in mezzo. Rispetto alle altre collaborazioni, dove siamo andati più nella direzione degli altri artisti, questa la sentiamo più nostra. Poi ogni collaborazione ha un suo senso.

Cosa significherebbe per voi entrare nei big di Sanremo?
Erin
: Una grandissima spinta. Vada come vada, noi giochiamo per provarci.

Non avete paura che sia una vetrina che non vi dà effettivamente la visibilità che vi immaginate?
Erin
: Se lo sapessimo in anticipo forse sarebbe tutto più facile (ridono, ndr.). Facciamo un passo alla volta. Anche se non dovessimo essere tra i più rilevanti di quest’anno, già arrivarci sarebbe un successo. Comunque vada ci darà una mano a rendere il tour più vivo, lo facciamo anche per questo. Ecco, non ci interessa fare la super hit da dieci dischi di platino.

Tour e Sanremo: come riuscirete a conciliare le due cose?
Erin
: Il tour dovrebbe partire a inizio gennaio, ma stiamo facendo Sanremo Giovani e quindi è un gran casino. Per ora è impossibile conciliare le due cose. Il giorno del giudizio ci attende (ridono, ndr.). Nel caso passassimo ai big il tour si farebbe più in là. Se invece non dovessimo passare, il giorno dopo dovremo andare a provare e provare. In qualunque caso, spaccheremo durante le date.


Foto: Lorenzo Stefanini & Mattia De Nardis
Digital Cover: Simone Mancini/Jadeite Studio
Coordinamento redazione: Emanuele Camilli
Ufficio stampa: EMI Records Italy