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“Night Sky” è un’occasione sprecata, ma con un ottimo J. K. Simmons

Metti insieme J.K. Simmons e Sissy Spacek alle prese con un segreto che si cela nel capanno sul retro di casa loro e otterrai una serie vincente. O almeno, così credeva il team che ha realizzato Night Sky, serie targata Prime Video che purtroppo non può garantirsi il successo soltanto grazie a due pesi massimi del cinema. Simmons e Spacek interpretano Franklin e Irene York, una coppia ormai anziana, insieme da una vita, alle prese con gli ordinari problemi di tutti i giorni e un portale in grado di condurli letteralmente su un altro pianeta. I due non si sono mai avventurati in questo sconosciuto territorio, ma l’arrivo improvviso dello straniero Jude proprio dal portale li costringerà a rimettere in discussione ogni certezza.

La trama non è certo nulla di originale o innovativo, ma d’altronde è ormai difficilissimo mettere in scena qualcosa di unico o mai visto prima; tuttavia è certamente qualcosa su cui la sceneggiatura poteva lavorare, ma che non ha fatto. In effetti, parlare di Night Sky è davvero complicato perché non è chiaro lo scopo della serie, il punto dove voglia andare a parare. Nel corso degli otto episodi da cui è composta il cast si arricchisce ulteriormente con nuovi personaggi, più o meno approfonditi, che rendono ancor più arduo capire l’obiettivo della storia, che non a caso ha il difetto di proseguire davvero troppo lentamente e con quasi nessun colpo di scena. Non c’è la curiosità tipica della fantascienza, né nei personaggi né nello spettatore, e si arranca a fatica all’episodio finale. Sembra quasi che l’elemento fantascientifico sia utilizzato per indagare ciò che, più dello spazio o di altri mondi, è davvero tuttora inesplorato e di difficilissima comprensione: l’emotività umana. L’espediente del portale infatti risulta più che altro un pretesto per scoprire di più sulla coppia degli York, per rivivere dal principio il loro amore e conoscere il modo in cui è cambiato, cresciuto ed evoluto durante gli anni.

I personaggi interpretati magistralmente da Simmons e Spacek sono realistici e naturalissimi, tanto che assistere al proseguire della loro vita quotidiana, tra risate, silenzi e non detti, è molto più interessante che scoprire la ragione dell’esistenza del portale stesso. Con due interpreti di questa caratura era davvero necessario inserire un elemento non sufficientemente approfondito per far andare avanti la storia? Forse, più innovativo della fantascienza, sarebbe stato parlare della relazione tra due persone anziane, un argomento che l’audiovisivo tende spesso a ignorare e che invece sarebbe interessante approfondire attraverso un numero maggiore di rappresentazioni. Anche perché di pischelli che si amano, si lasciano e poi si amano nuovamente in un loop infinito ne abbiamo abbastanza.