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È tornato “You”, ed è tornato il (non troppo) caro vecchio Joe Goldberg

Cambia la storia, cambiano gli ambienti e cambiano i personaggi, ma alla fine Jonathan Moore torna ad essere Joe Goldberg.

È tornato You, ed è tornato l’amichevole stalker di quartiere, Joe Goldberg (Penn Badgley), nella spasmodica ricerca di ritrovare, nuovamente, se stesso fuggendo dal suo ingombrante e turbolento passato, scegliendo una nuova identità, una nuova professione e una nuova città. Joe lo ritroviamo adesso nelle vesti di Jonathan Moore, un umile professore di letteratura inglese catapultato in un ambiente nel quale si sente un completo estraneo e visto allo stesso modo da chi ne fa parte. Insegna in una facoltosa università a Londra in cui, grazie alla forzata amicizia con il collega Malcolm Harding (Stephen Hagan), viene introdotto nella cerchia borghese londinese. La nuova vita del professor Moore si apre (tanto per cambiare) con un omicidio: il suo collega Malcolm, di ritorno da una festa, viene ritrovato assassinato nel suo appartamento. Questo sarà l’incipit di un nuovo ciclo di eventi in cui viene fuori un Joe diverso.

Joe è vittima e non più carnefice come eravamo soliti vedere nelle scorse stagioni ed è al centro di un contorto gioco psicologico da parte di colui che sta lentamente uccidendo tutti i membri della sua nuova cerchia, il cosiddetto «killer dei ricchi”. Nelle prime cinque puntate si assiste con incredulità ad un cambiamento effettivo da parte di Joe, il quale sembra aver lasciato alle spalle il suo passato fatto di amori infranti e omicidi. Nonostante queste premesse, le persone difficilmente possono cambiare se stessi e il passato torna sempre a bussare alla porta. Nella seconda parte torna infatti il vecchio Joe, il quale riprende le sue sane e vecchie abitudini, introducendoci anche a un concetto interessante di erotomania. Joe mette a nudo completamente la sua patologia ed è lui stesso, nei panni di Jonathan Moore, ad aver compiuto gli omicidi, inventando una storia parallela nella quale il suo mito e modello di aspirazione, lo scrittore Rhys Montrose interpretato da Ed Speleers, era il killer che inseguiva e che lo ricattava. Tutto una proiezione oscura del suo io interiore con la quale ha collaborato uccidendo i suoi “amici”, rinchiudendo anche Marienne (la bibliotecaria conosciuta nella terza stagione e fuggita a Parigi) nella gabbia come fece in passato con Love (Victoria Pedretti) e Beck (Elizabeth Lail).

Cambia la storia, cambiano gli ambienti e cambiano i personaggi, ma alla fine Jonathan Moore torna ad essere Joe Goldberg. Insomma, in You più le cose cambiano, più restano le stesse. Una volta scoperta la realtà, sarà lo stesso Joe a compiere una scelta, se continuare questo loop dal quale non riesce ad evadere e collaborare con il suo doppio, oppure riuscire finalmente a redimersi e accettare che anche lui è in grado di amare ed essere amati. You 4, seppure in maniera romanzata, racconta di quanto sia difficile combattere e riconoscere i propri demoni e di quanto sia estremamente facile infilarsi in tunnel apparentemente senza via d’uscita – se non con un supporto adeguato. Così come accadde tra il Dottor Jekyll e Mister Hyde nella novella di Stevenson, ora Joe deve prendere le redini di sé stesso ed utilizzare le risorse che la vita gli ha messo nuovamente a disposizione per cominciare il percorso di metamorfosi verso quella persona che ha sempre inseguito. Oppure accettare il suo Hyde e conviverci sapientemente.