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Edonico è il suono della nuova generazione

Il nuovo singolo, il campionamento di “Giorni stupidi” in “Noi, loro, gli altri”, il tour con Marracash e il futuro: Edonico si racconta

Edonico è un artista pop del Veneto orientale, ha collaborato con artisti del calibro di Marracash Tancredi e da poco ha firmato un contratto con Warner Music. Il suo ultimo singolo, Parterre, già dal primo ascolto ti trasporta in una dimensione dove le sonorità funk incontrano quelle dell’urban per raccontare una travagliata storia d’amore in chiave moderna e ironica. Il suo mondo è pieno di figure retoriche che riflettono nei testi la sua personalità come se fossero i giochi di luce all’interno di un caleidoscopio. Queste sensazione così vivide trovano uno spazio ben definito proprio in Parterre, che mescola leggerezza e malinconia in un cocktail sapientemente dosato. «Il brano nasce a casa mia in Veneto, ho portato i ragazzi (Granato, Nnnic, Testacoda ndr.) a fare un’immersione nella campagna con l’auspicio che ci aiutasse a scrivere e creare nuove canzoni lontani dalla frenesia di Milano», racconta. «Il penultimo giorno di ritiro ci è venuta l’ispirazione nel momento in cui avevamo deciso di gettare la spugna. È venuta lei da noi e si è lasciata scrivere con facilità».

Le canzoni che si scrivono da sole sono forse quelle più interessanti da approfondire, perché provengono da un mondo inconscio fatto di influenze musicali e di stimoli irrazionali che poco hanno a che fare con il pensiero logico. «Credo che un artista, e di conseguenza il suo prodotto intellettuale, sia frutto delle esperienze personali, della cultura personale, di un mix di cose che prova e cose che studia, cose che conosce e cose che vorrebbe conoscere». Tra le collaborazioni che ha firmato spicca (e non potrebbe essere altrimenti) quella con Marracash, che ha campionato un suo brano nel ritornello de Gli altri (Giorni stupidi). «È una persona con un’aura assurda. Si è comportato da perfetto padrone di casa. Fabio l’ho conosciuto due anni fa la sera del release party del suo album (Noi, loro, gli altri ndr.). Prima di allora non ci avevo mai parlato direttamente. Sapevo solo che questa cosa si sarebbe fatta». «Lavorare con lui è capitato solo in seguito, quando mi ha invitato ad eseguire il brano nel suo tour. Ho cantato al Forum, all’Arena di Verona e in altri palcoscenici importanti. Mi ha dato una grande possibilità e lo ringrazio infinitamente per questo. Lo spettacolo del suo tour era fantastico e me lo sono goduto ad ogni data».

Prima di salutarci, torniamo a parlare della sua dimensione musicale. Gli ultimi lavori ripercorrono le sonorità nostalgiche che hanno caratterizzato i brani più iconici del passato, viene spontaneo allora chiedersi se questo per lui voglia essere o meno un filo conduttore lungo il percorso. «A questa domanda odio rispondere (ride ndr.). Posso solo augurarmi una lunga carriera in modo da potermi esprimere in modo sempre nuovo e sperimentare ogni genere e sonorità». E in quanto a progetti futuri, rimane aperto a tutto: «Ascolto e amo la musica in tante diverse forme, vorrei fare un album tutto acustico e uno invece di pura elettronica. Magari uno rock e un altro hip-hop. Non metterò mai un limite alla mia creatività e non escludo nessuna possibilità. Credo e penso di essere in grado di fare qualsiasi cosa mi venga in mente di fare».