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“Springsteen: Deliver Me from Nowhere”, tutto sul film con Jeremy Allen White

“Deliver Me from Nowhere” racconta la genesi di “Nebraska” e alcuni dei giorni più difficili della vita di Bruce Springsteen, con Jeremy Allen White nel ruolo del Boss

Il 2025 segnerà l’arrivo nelle sale di Springsteen: Deliver Me from Nowhere, il biopic che porterà sul grande schermo uno dei momenti più intensi e introspettivi della carriera di Bruce Springsteen, la nascita di Nebraska, il suo album del 1982 registrato in solitudine su un 4-track nella sua camera in New Jersey, diretto, scritto e prodotto da Scott Cooper e tratto dal libro del 2023 Deliver Me from Nowhere di Warren Zanes, che ne è anche produttore esecutivo, con uscita prevista per il 23 ottobre in Italia e il giorno successivo negli Stati Uniti distribuito da 20th Century Studios. La storia ripercorre un periodo cruciale della vita di Springsteen, quando, reduce dal successo mondiale, si ritrovò a fare i conti con le ombre del passato e con il peso della propria fama, e Nebraska nacque da un’urgenza creativa lontana dalle luci dei riflettori, un disco spoglio e acustico popolato da storie di vite spezzate e sogni infranti, diventato nel tempo una pietra miliare della sua discografia e un simbolo di autenticità.

A interpretare Bruce sarà Jeremy Allen White, reduce dal successo della serie The Bear, accanto a Jeremy Strong nel ruolo di Jon Landau, storico manager e produttore, Stephen Graham nei panni del padre Douglas Springsteen, figura centrale e complessa, Gaby Hoffmann come la madre Adele e Paul Walter Hauser nel ruolo dell’ingegnere del suono Mike Batlan. Il progetto è stato annunciato a marzo 2024 con Springsteen e Landau coinvolti attivamente, inizialmente con A24 in corsa per la distribuzione, ma poi vinta da 20th Century Studios in una vera asta per i diritti, con riprese iniziate ad ottobre dello scorso anno tra New York, New Jersey e Los Angeles, e con Springsteen che ha visitato più volte il set, da Rockaway a Bayonne, da Asbury Park al Meadowlands, fino a Freehold Borough. Il primo trailer ha mostrato un ritratto intenso e umano di un giovane Springsteen diviso tra il peso del successo e il bisogno di restare fedele alla propria voce interiore, anticipando un film che promette di essere lontano dai cliché del genere e capace di mettere al centro l’uomo e le fragilità che hanno plasmato la sua arte, proprio come Nebraska ha fatto con la musica.

In un’intervista a Rolling Stone, Bruce Springsteen ha raccontato di aver scelto di non presenziare ad alcune riprese, soprattutto quelle più personali e dolorose, spiegando che il film racconta alcuni dei giorni più difficili della sua vita e che voleva lasciare gli attori liberi di esprimersi senza sentirsi osservati, aggiungendo che Jeremy Allen White è stato molto tollerante e che quando la sua presenza non era d’intralcio l’atmosfera sul set era rilassata e piacevole, mentre nei momenti più intimi preferiva restare a casa, intervenendo solo su richiesta del regista Scott Cooper, anche perché durante il primo mese di lavorazione era impegnato in tour in Canada